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martedì 8 novembre 2011

Crosetto, disastro in quattro giorni



“Ma lei scherza? Ma le pare. Di quale telefonata dice? Mah, non so di che parla, non userei mai quei toni. Dov’è l’audio? Sulla vostra homepage? Guardi, me la vado subito a sentire, che sono curioso. Arrivederci, e grazie di avermi chiamato, eh”.
Così mi ha testualmente detto Guido Crosetto, in data di ieri, alle ore 17.25.
Due ore dopo, in Senato, lo stesso Crosetto ammetterà di essere stato proprio lui a dire a Bechis che “il testa di cazzo Berlusconi non vuole dimettersi” (audio).
Insomma, dopo l’elegante elezeviro rivolto alla collega Antonella Rampino della Stampa (“A lei non la spoglierebbe nessuno” – video), il sottosegretario Pdl ha infilato la seconda perla nel giro di quattro giorni. Percorso netto, e mannaggia a questi giornalisti che in mezzo a tanta crisi perdono tempo dietro a facezie del genere. 
A pensarci bene, però, l’onorevole Crosetto ha una parte di ragione. In un Paese minimamente normale, uno come lui non lo chiamerebbe proprio nessuno.

(fonte: Marco Bracconi)

lunedì 7 novembre 2011

Miserere per un miserabile

berlusconi_tremonti_aula


Un vecchio vizio del mio carattere minaccia di riaffiorare in queste ore di agonia civile per il logoro pubblicitario di Arcore. Provo un’ irresistibile senso di pietà anche per i peggiori cialtroni quando arriva per loro il momento del “redde rationem”, che viene per tutti. Penso al giorno in cui Berlusconi, con tutti i suoi soldi e i suoi capelli pitturati sul cranio e gli spettri delle zoccole e dei lenoni che gli danzano intorno, scoprirà di essere un ometto solo, un vecchietto impotente e, parola per lui orrenda, un “loser”, un perdente che ha sperperato il più gigantesco capitale di popolarità che la disgraziata Italia avesse concesso a un uomo di governo dopo Mussolini. Non ci siamo ancora, e l’agonia potrebbe essere lunga, ma quasi. Devo cominciare a temere di provare pietà anche per questo vecchio falsario ormai palesemente fuori di testa, che farnetica di ristoranti traboccanti, di magnifiche vacanze, di aerei straprenotati – proprio lui che non deve comperare un biglietto d’aereo da decenni – e attribuisce i nostri guai al cambio lira-euro? Spero che sia lui, con il suo comportamento nelle ore del tramonto (ho scritto tramonto, non tremonti) a risparmiarmi il riflesso della pietà.

mercoledì 2 novembre 2011

Bossi show, grida alla secessione, poi minaccia i giornalisti: “Vi spacco la faccia”


Minaccia, il senatùr, teorico della pernacchia e del dito medio, il quale, fortunatamente, da tempo non dichiara più di avercelo duro, riferendosi ai giornalisti: "....perché questi scrivono sulla mia famiglia e prima o poi vi spacchiamo la faccia o vi denunciamo”. Metà del comizio di Bossi, infatti, è dedicato ai giornalisti con un duro attacco ai mezzi di informazione “che lavorano per il sistema e ci rompono i coglioni”. “La gente – sostiene il Senatur – ne ha piene le scatole dei giornalisti e dopo – avverte –arriva il momento della rabbia“. Gli operatori dell’informazione sono quindi rei di “inventarsi un sacco di storie” ma denunciarli sarebbe vano, “perché tanto i magistrati li assolvono”.

L'episodio a cui si riferisce l'illuminato statista, riportato da tutti i giornali, riguarda una sua incresciosa situazione familiare...no, non il trota, ma la condizione di baby pensionata della signora, che potrebbe far strumentalmente gridare al conflitto di interessi, la strenua difesa portata alle pensioni di anzianità da parte del pregevole arringatore di masse.

 Caro onorevole, se si tratta di menzogna e falsità, esiste sempre la querela.