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lunedì 22 agosto 2011

Il primo al mondo

Ora che la fine di Gheddafi sembra vicina, il nostro Ministro degli Esteri sta rilasciando dichiarazioni ed interviste di questo tipo


Il primo a telefonare, l'intervento militare che ci ha dato ragione, l'Italia-apripista, è tutto merito nostro, siamo i più fichi di tutti, eccetera eccetera. Io la ricordavo un pochino diversa. 


Non solo per il "trattato di amicizia" con il regime libico di Muammar Gheddafi - fortemente voluto dal Governo Berlusconi - e che impegna l'Italia ad 
... astenersi da ogni ingerenza negli affari interni, nello spirito del buon vicinato ... a non usare né permettere l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia ... a fornire un forte e ampio partenariato industriale nella difesa e nell'industria militare ...
ma soprattutto per alcune dichiarazioni del Ministro Frattini. Proprio lui, ilprimo Ministro degli Esteri al mondo che, l'apripista ... Settembre 2010
I rapporti che l'Italia ha con Gheddafi non li ha nessun altro Paese ... puntando il dito contro la Libia non si ottiene nulla. Noi non lo abbiamo mai fatto, e anche per questo possiamo raggiungere risultati. Gheddafi ci apre le porte di tutta l'Africa. 
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Gennaio 2011
Credo si debbano sostenere con forza i governi di quei Paesi, dal Marocco all'Egitto, nei quali ci sono regimi laici tenendo alla larga il fondamentalismo ... Faccio l'esempio di Gheddafi, un modello per il mondo arabo ... Ha realizzato una riforma dei "Congressi provinciali del popolo": distretto per distretto si riuniscono assemblee di tribù e potentati locali, discutono e avanzano richieste al governo e al leader ... Ogni settimana Gheddafi va lì e ascolta. Per me sono segnali positivi.
Febbraio 2011
Non dobbiamo dare l'impressione sbagliata di volere interferire, di volere esportare la nostra democrazia ... Vi immaginate un emirato islamico ai confini con l'Europa? Questa sarebbe veramente una seria minaccia ... Se tollerassimo che l'economia crollasse in questi paesi saremmo noi i primi a pagarne le conseguenze ... 



lunedì 21 marzo 2011

Baciavamo le mani


Dietrofront! E via, cambiare di nuovo tutti identità, giapponesi fino a ieri, oggi si torna ad essere libici e libertadores. Che fare se non una guerra per liberare il popolo dalla guerra? Lo dice anche il premio Nobel per la pace (il primo premio Nobel al mondo “sulla fiducia”) Obama, e quindi ci possiamo fidare. Certo quale dubbio si può avere sulla partecipazione dell’Italia ad una guerra, visto l’articolo 11 della costituzione? Poi tanto, non manderemo truppe di terra, ma solo aerei intelligentemente dotati di bombe geniali, che andranno ad ammazzare solo i cattivi, perché si sa che è così che finiscono tutti i film. I buoni vincono sempre.

Gheddafi è un mostro, mi dicono i Compagni, e quindi non si vede altra soluzione. Questa volta proprio no, è una guerra digeribile anche da chi si ostina a tenere la bandiera arcobaleno posata sul cuore. Non si può essere pacifisti a oltranza, perché Gheddafi sta sul gozzo (e ho detto gozzo) un po’ a tutti. Con forte ritardo, ma che importa? Meglio tardi che mai.
Quindi anche l’Italia che ripudia la guerra, allarga le braccia e si arrende alla guerra. Il ministro della guerra la russa è in fibrillazione, finalmente libero di giocare con gli aerei, magari per vestirsi da soldato, domani, e andare là, dove tutto resterà distrutto e infinito. Pressappoco come in Iraq o in Afghanistan. Lo ha detto l’ONU ci dicono e mentono. L’ONU di solito non dice: “Ok, si faccia la guerra!” ma quando i giornali la fan passare così, ci vuol poco a convincere anche il più gandhiano di noi.
Da ieri si susseguono le dichiarazioni istituzionali dei ministri italiani, che sembrano barzellette loro stessi. La più memorabile quella di frattini il quale ha dichiarato che senza l’Italia, la missione sarebbe impossibile. E se si ha la pazienza di leggere i giornali esteri, questa affermazione lascia divertiti. L’unica citazione che giornalisti seri fanno riguardo all’Italia sta racchiusa nella comodità di averci sopra delle basi aeree, per il resto l’Italia non esiste. Come mai? Forse perché il mondo è rimasto a guardarci in questi anni, e ci guardava additando il ridicolo buffone che davanti a quel mondo ci rappresentava.
È normale che l’Italia voglia la guerra, perché quale altra operazione di mediazione diplomatica potrebbe portare avanti, con un governo pazzo e criminale che baciava l’anello al pazzo criminale? Quale credibilità può avere l’Italia davanti agli occhi del mondo, sapendo che abbiamo pagato soldi veri a un pazzo criminale, che al pazzo criminale ha regalato il manuale del perfetto Bunga Bunga?
Volano già i caccia sopra la Libia, c’è fretta di guerra perché un paese in guerra non può perdersi in altre banalità come la crisi economica, del lavoro, della cultura, e giustifica la povertà che non basta ancora e che arriverà. Al massimo un paese in guerra potrà trovare tempo e risorse per quelle cose davvero fondamentali, quelle che attanagliano tutti noi: la riforma della giustizia, e l’immancabile caccia al clandestino, che fuggendo da un paese portato alla guerra da un pazzo criminale, passerà dall’essere uno sporco clandestino a un bastardo terrorista libico.
E non si tratta di essere antiberlusconiani per “ideologismo” ma si tratta di essere antiberlusconiani avendo a memoria TUTTI i guasti che quest’essere infame ha provocato, minando il paese nelle sue fondamenta.
Perché sono contro la guerra? Perché sono contro tutte le guerre.

(fonte: Rita Pani)