DEBITO PUBBLICO

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lunedì 31 gennaio 2011

La rivoluzione in pantofole

Perché in Italia non c'è la rivoluzione? O anche solo un suo timido accenno? E perché non c'è mai stata? I fuochi si stanno accendendo un po' ovunque, dall'Albania, alla Tunisia, all'Egitto. Vecchi dittatori hanno fatto le valige, come Ben Alì, o le stanno preparando, come il faraone Mubarak. L'Italia con il suo stivale immobile al centro del Mediterraneo sembra un castello pietrificato. Un coniglio ipnotizzato dal serpente. Una rana che viene lentamente bollita viva senza accorgersene. Le ragioni di tutto questo sono misteriose, appartengono al campo della metafisica, non più a quello della politica.
La nostra stabilità (immobilità?) assomiglia a quella di chi, cadendo nelle sabbie mobili, chiude gli occhi ed evita il più piccolo movimento per rallentare la sua fine. Non grida aiuto, non cerca appigli, semplicemente affonda. I motivi per spiegare questo comportamento ci sono. Così numerosi da riempire un'enciclopedia: l'invecchiamento della popolazione (gran parte degli italiani dovrebbe scendere in piazza con le badanti), la massoneria, le mafie, l'informazione sotto controllo e pilotata (sia a destra che a sinistra), l'occupazione americana con le sue cento basi, il Vaticano, la mancanza assoluta di una classe dirigente... Queste e altre ragioni non sono però sufficienti per giustificare l'indifferenza degli italiani che, anche quando si scagliano contro il potere, evitano di varcare l'ultima linea, di prendersi dei rischi. Più cani da pagliaio che ascoltano il proprio abbaiare alla luna, e se compiacciono, che rivoluzionari. Cosa manca perché gli italiani prendano il loro destino nelle mani? Il popolo più cinico della Terra, abituato a tutto da millenni, che non crede veramente a nulla. La realtà ci dà fastidio, per questo la evitiamo. E domani, come sempre, è un altro giorno.



Dall'intervista a Mario Monicelli ad Anno Zero
"Gli italiani, gli intellettuali, gli artisti, sono poco coraggiosi? Sì, lo sono sempre stati. Sono stati vent’anni sotto un governo fascista, ridicolo, con un pagliaccio che stava lassù... Ci ha mandato l’Impero, le falangi romane lungo Via dell’Impero; ha fatto le guerre coloniali, ci ha mandato in guerra... il grande imprenditore ha detto: «Lasciatemi governare, votatemi, perché io mi sono fatto da solo, sono un lavoratore, sono diventato miliardario, vi farò diventare tutti milionari». Ormai nessuno si dimette, tutti pronti a chinare il capo pur di mantenere il posto, di guadagnare. Pronti a sopraffarci, a intrallazzare. Non c’è nessuna dignità. E’ la generazione che è corrotta, malata, che va spazzata via. La speranza è una trappola inventata dai padroni, quelli che ti dicono "State buoni, zitti, pregate, che avrete il vostro riscatto, la vostra ricompensa nell’aldilà... sì, siete dei precari, ma fra 2-3 mesi vi assumiamo ancora, vi daremo un posto". Come finisce questo film? Non lo so, spero che finisca con quello che in Italia non c’è mai stato: una bella botta, una bella rivoluzione. C’è stata in Inghilterra, in Francia, in Russia, in Germania, dappertutto meno che in Italia. Ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto... che è schiavo di tutti. Se vuole riscattarsi, il riscatto non è una cosa semplice. E’ doloroso, esige dei sacrifici. Se no, vada alla malora – che è dove sta andando, ormai da tre generazioni."

(fonte: BeppeGrillo)

Umana e italiana la debolezza del premier

In questa vicenda c'è un po' di Tiberio e un po' di Hugh Hefner («Playboy»)


Combattuto tra curiosità e fastidio, il pubblico domanda: come, dove, quanto? I magistrati chiedono: chi e quando? La sesta domanda, invece, non arriva: perché?
Perché Silvio B. si comporta così? Perché un uomo così importante, un capo di governo, si circonda di cortigiani e ancelle? La risposta più semplice potrebbe essere: gli piace. Non tanto il sesso, che a una certa età presenta le sfide dell'alpinismo, quanto l'approvazione e le sue tre sorelle: ammirazione, adulazione, adorazione. La coreografia descritta dalle partecipanti ha qualche punto in comune con altre situazioni gradite al padrone di casa: convegni con giovani sostenitrici adoranti, cerimonie paratelevisive, notti brasiliane e dacie russe, ville sarde e università brianzole in festa. Silvio B. mostra i tratti di un narcisismo nucleare. Vuol essere applaudito e apprezzato. Uno dei motivi per cui detesta i giornalisti - se non nella versione addomesticata e aziendale - è questo: le domande antagonistiche sono prove di non-amore. Insopportabili.


L'esibizionismo nazionale - lo stesso che spinge alla nevrosi della «bella figura» - viene portato alla temperatura di fusione e produce energia. Quella che serve per rinunciare al sonno, alla prudenza, al buon senso; che induce a utilizzare le proprie televisioni come esca e ricompensa; che spinge a candidare, elevare e proteggere giovani donne per meriti estetico-sessuali; e a difenderle oltre ogni logica. Quella che permette di non vedere il lato grottesco di una vicenda che Giampaolo Pansa su Libero, dopo una lunga introduzione assolutoria, definisce «la goduria di un regista di film trash, capace di scovare gli eredi di Bombolo, di Alvaro Vitali, delle Ubalde sempre calde, travestite da infermiere, da professoresse, da poliziotte». L'uomo solo nel night-club, protagonista di tanto cinema e abbondante letteratura, cerca la stessa cosa.

La ricostruzione artificiale della festa, il complimento e la lusinga, la parodia del corteggiamento, la prevedibile tentazione, l'illusione del fascino a pagamento.
La debolezza di B. è umana e italiana: non per questo veniale, considerate le modalità, il ruolo e le caratteristiche - anche anagrafiche - delle protagoniste. Ma c'è qualcosa di familiare in questa spasmodica ricerca di approvazione, i cui sintomi - ben noti in azienda e nel partito, dove Silvio B. è rispettivamente «il dottore» e «il presidente» - sono diventati di dominio pubblico due anni fa. Non per colpe dei magistrati o dei giornalisti: ma di un'imprudenza, clamorosa e rivelatrice.

La partecipazione alla festa del diciottesimo compleanno di Noemi Letizia, nella periferia di Napoli, mostrava i segni di un esibizionismo parossistico. Lo stupore negli occhi dei presenti: ecco a cosa non ha saputo resistere, l'uomo ricco e potente, quella sera. La proiezione dei viaggi, degli incontri e dei successi del padrone di casa - ad Arcore, a Palazzo Grazioli - è un'altra prova dello stesso fenomeno. Alcuni uomini hanno bisogno di un pubblico per funzionare. Se non lo trovano, lo acquistano. C'è un po' di Tiberio (raccontato da Svetonio) e un po' di Hugh Hefner (immortalato da Playboy) in questa vicenda. Così s'appannano gli imperi: tra feste, mollezze e tentativi di fermare il tempo, con artifici che il tempo ci ha insegnato a conoscere. Famiglie, interessi e successi professionali non bastano più. Occorrono adulatori, ammiratrici, cantanti e una scenografia insieme spettacolare e malinconica, soprattutto perché studiata per sconfiggere la malinconia. Silvio B. è un uomo solo. Lo capirà appena perderà il potere: i prezzi aumenteranno, gli amici diminuiranno. Chi gli vuole bene dovrebbe dirglielo: ma forse è tardi.(28 gennaio 2011)


Non ne avete abbastanza. Allora proseguiamo. Assuefazione o rigetto. Il pelo ci seppellirà.

E spuntano gli sms tra Sara Tommasi e Silvio



30 gennaio 2011

Intercettata la showgirl perché collegata a personaggi della criminalità organizzata. “Molto affettuosi” i messaggini inviati al premier

Le indagini non finiscono mai. E le comunicazioni telefoniche tra Silvio Berlusconi e le sue girls nemmeno. Ne parla Francesco Viviano su Repubblica, che ci racconta di un’inchiesta condotta dalla procura di Napoli nella quale è spuntato il nome di Sara Tommasi, showgirl cara al Cavaliere.

Gli inquirenti descrivono questi sms come “molto affettuosi”: sono stati intercettati dalla squadra mobile, impegnata a seguire un clan di camorristi che trafficava in cocaina e si occupava anche di spaccio di banconote false. Da uno dei camorristi, telefono dopo telefono, la polizia è approdata all’utenza della Tommasi. Il telefono di quest’ultima era finito sotto controllo in quanto in contatto con un personaggio napoletano che orbita nel mondo dello spettacolo e dei paparazzi (in contatto anche con Fabrizio Corona, estraneo a questa inchiesta) che a sua volta era in rapporti con il camorrista napoletano.

La ragazza è un’habitué di Arcore:

La Tommasi è stata spesso ospite nelle residenze del presidente del Consiglio. C’era anche alla festa organizzata a Villa San Martino il 25 aprile scorso, quando Berlusconi aveva come ospite Vladimir Putin. A quella festa insieme alla Tommasi c’erano anche Ruby, Barbara Guerra, le gemelle Manuela e Marianna Ferrara, Iris Berardi, Barbara Faggioli e Marysthell Garcia Polanco. Non è escluso che anche la Tommasi possa essere convocata dai pm di Milano, non tanto per i messaggi intercettati inviati a Berlusconi, quanto perché presente alle feste con Ruby.

Ma proseguiamo...

L’Isola delle raccomandate (da Silvio)?
Dario Ferri

30 gennaio 2011

Sara Tommasi, le gemelle de Vivo, Raffaella Fico: il programma di Magnolia (ex Mediaset) vede spesso protagoniste ragazze che hanno avuto contatti con il premier. Casualità?

L’Isola dei Famosi è un reality show prodotto da Magnolia, attualmente presieduta dall’ex direttore di Canale 5 e Italia 1 Giorgio Gori. Ma va su Raidue, tv pubblica, finanziata con i soldi del canone. Nel programma un gruppo di concorrenti VIP devono riuscire a sopravvivere in un’isola deserta senza nessuna comodità (devono costruirsi un rifugio, accendere il fuoco, procacciarsi il cibo, e così via). I concorrenti posseggono un kit di sopravvivenza di base che, grazie ad alcune prove collettive, possono arricchire di nuovi oggetti. Casualmente, nelle ultime edizioni quattro concorrenti sono riconducibili a conoscenze pregresse del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.


SARA TOMMASI – Ad esempio Sara Tommasi, che partecipò alla quarta edizione, quella del 2006 arrivando in finale, viene ultimamente indicata come una stretta conoscenza del premier. “Molto affettuosi” vengono definiti gli sms che lei avrebbe inviato a lui e che sono stati intercettati dalla procura di Napoli e mandati a Milano. La showgirl non è in nessun modo collegata all’inchiesta su concussione e prostituzione minorile, ma aveva il telefono sotto controllo perché si sono registrati contatti telefonici suoi con personaggi legati al mondo della criminalità. La Tommasi ha di recente confessato un suo presunto flirt con il calciatore ex milanista Ronaldinho. Non è questa, però, l’unica connessione che ha con il premier: il 25 aprile, giorno in cui Berlusconi ha ricevuto prima a Villa San Martino, ad Arcore, e poi a VIlla Gernetto, a Lesmo Vladimin Putin, la Tommasi risultava presente nella dimora del presidente. La bella Sara, laureata alla Bocconi con 110 e lode e arruolata nella scuderia di Lele Mora dopo il suo ingresso nel mondo dello spettacolo, però, è difficile che sia configurata come amica del premier da prima del 2006. Di questo non c’è traccia. E’ quindi quasi impossibile attribuire in qualche modo la sua partecipazione all’Isola dei famosi all’amicizia con il premier.


GEMELLE DE VIVO - Ci sono poi le gemelle Eleonora e Concetta detta Imma De Vivo, che hanno partecipato all’edizione del 2008. Tra gli atti della procura di Milano si è parlato di una testimonianza in cui si racconta di una loro ben precisa partecipazione alle feste di Arcore: starà ai magistrati stabilire se il fatto è vero oppure inventato. Nelle intercettazioni tra una delle due e la recentemente maggiorenne Iris Berardi si diceva:

Ut Iris – Int Eleonora de Vivo
….Iris: no, no,, non viene no… e quindi… vediamo… e poi vedo se vado da Giannino… a vedere se incontro qualcuno… oppure … in un altro ristorante… che cazzo ne so raga… stasera devo concludere., qua…
Eleonora: dai…
Iris: che… sto morendo di fame… (ride)
Eleonora: dai amore, stai tranquilla che sei in gamba… appena riesco a sentire qualcuno eccetera ti chiamo… ok?
Iris: dai amo’… anch’io la stessa cosa, se sto stronzo di merda… mi risponde, guarda, è proprio un pezzente… ma la prossima volta… ma se vengo a Roma, guarda, mi deve sganciare più di due sto figlio di merda
Eleonora: (inc) stai tranquilla non ti preoccupare

E anche altre, in cui si parla di compensi e case e che tutti ricordano. Anche per quanto riguarda le De Vivo la partecipazione del 2008 è lontana nel tempo rispetto alle prime volte in cui entrano in questa inchiesta.


RAFFAELLA FICO – C’è poi Raffaella Fico, che deve partecipare all’edizione che sta per cominciare. Nata il 29 gennaio del 1988, viene citata tre volte negli atti inviati dalla procura al parlamento, quando partecipò al Grande Fratello nel 2008 dichiarò: “Metto all’asta la mia verginità per un milione di euro. Voglio proprio vedere se c’è qualcuno che tiri fuori questa somma per avermi. Non so che cosa significhi fare sesso e se qualcuno pagherà un milione di euro per me, sarò di certo imbarazzata, ma con questi soldi potrò realizzare i miei sogni, ovvero comprarmi una casa a Roma e pagarmi un corso di recitazione”. Nelle intercettazioni dell’inchiesta si sente parlare di lei: In un sms inviato il 10/1/2011 da Nicole Minetti a Maristelle Polanco si legge: “Amo’ ma e’ serio che alla Fico ha regalato la casa? Amo’, se e’ vero ti giuro che scateno l’inferno…”. Ma ovviamente si tratta di chiacchiere e flatus vocis, molto probabilmente non ci sarà nulla di vero. Però, certo che tra Raffaella Fico, Sara Tommasi e le gemelle De Vivo siamo a ben più dei classici tre indizi che fanno una prova. Perché c’è chi vale doppio.

(fonte: Giornalettismo)