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sabato 7 maggio 2011

Berlusconi con la bava alla bocca: "Napolitano? E' un comunista! Dopo il voto vedremo chi comanda"


Una volta, tanti anni fa, per chiudere la bocca a chi non la pensava come te, si usava il marchio infamante: “Sta’ zitto, sei un fascista”. Oggi, si fa la stessa cosa, ma il fascista è stato sostituito con il comunista.

“E’ un comunista”, è l’accusa fatta ieri in privato da … Silvio Berlusconi nei confronti di Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato, di fatto, aveva respinto l’infornata dei nuovi sottosegretari, non tanto perché frutto di un ignobile mercato delle vacche, ma perché così si palesava una maggioranza diversa da quella espressa dal voto del 2008.

Da lì, l’invito a “una verifica parlamentare” del Governo. Da lì, poi, la rabbiosa reazione del Premier: “Si attacca a tutto pur di mettersi di traverso alla vigilia delle amministrative. È un comunista, so bene da che parte sta. Altro che stabilità, vuole destabilizzare il governo”.

Ecco perché l’ordine di rispondere a muso duro, a costo di mettere in conto una crisi istituzionale. La frase finale di Berlusconi ai suoi: “Adesso vinciamo le elezioni, poi vediamo chi comanda” appare come una vera e propria prova di forza, se non proprio come una minaccia destabilizzante.

Le opposizioni fanno quadrato, a difesa del capo dello Stato. L’impressione è che, ancora una volta, Bersani, Casini, Fini e compagnia cantante, abbiano sempre bisogno di un “aiutino” per farsi forza e tentare la spallata contro il Governo. “Fusse che fusse la vorta bbona”, diceva il grande Nino Manfredi.

(fonte: polisblog)

lunedì 18 aprile 2011

La lettera del Capo dello Stato a Vietti


ROMA - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, la seguente lettera, resa nota dall'Ufficio Stampa del Quirinale: "Il prossimo 9 maggio si celebrerà al Quirinale il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice. Quest'anno, il nostro omaggio sarà reso in particolare ai servitori dello Stato che hanno pagato con la vita la loro lealtà alle istituzioni repubblicane. Tra loro, si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate Rosse e di altre formazioni terroristiche. Le sarò perciò grato se - a mio nome - vorrà invitare alla cerimonia i famigliari dei magistrati uccisi e, assieme, i presidenti e i procuratori generali delle Corti di Appello di Genova, Milano, Salerno e Roma, vertici distrettuali degli uffici presso i quali prestavano la loro opera Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini, Vittorio Occorsio, Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione".

"La scelta che oggi annunciamo per il prossimo Giorno della Memoria costituisce anche una risposta all'ignobile provocazione del manifesto affisso nei giorni scorsi a Milano con la sigla di una cosiddetta "Associazione dalla parte della democrazia", per dichiarata iniziativa di un candidato alle imminenti elezioni comunali nel capoluogo lombardo. Quel
manifesto rappresenta, infatti, innanzitutto una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle BR, magistrati e non. Essa indica, inoltre, come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull' amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti".

(fonte: Repubblica)