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giovedì 5 aprile 2012

Cronista si occupa di mafia in Calabria, la sua macchina viene fatta saltare in aria


Vittima dell'attentato, i cui esecutori restano ignoti, è il cronista di Calabria Ora Ilario Filippone. Da anni si occupa prevalentemente di cronaca nera e giudiziaria. Segue i processi contro lo cosche della Locride Ancora giornalisti nel mirino. Ancora in Calabria a testimonianza del fatto che non è semplice fare informazione in una terra in cui la legge dello Stato spesso deve convivere con la prepotenza della ‘ndrangheta. Prepotenza che, in provincia di Reggio, è sinonimo di violenza. Da ieri notte lo sa bene anche Ilario Filippone, il giornalista di Calabria Ora che, a Locri, ha visto saltare in aria la sua auto, una Renault Modus appena acquistata. Ignoti hanno piazzato, sotto la macchina un ordigno, probabilmente collegato a liquido infiammabile. Lello, così lo chiamano i colleghi, si occupa prevalentemente di cronaca nera e giudiziaria. Segue i processi contro lo cosche della Locride e questo, spesso, lo porta a scrivere dei mafiosi della sua zona. A volte della sua stessa cittadina. Oltre a distruggere la sua auto, i delinquenti hanno anche rotto la cassetta della posta dell’abitazione in cui vive il giornalista. A sentire il boato provocato dall’ordigno e ad accorgersi delle fiamme sono state la madre e la sorella di Lello. Avvertiti immediatamente i carabinieri e i vigili del fuoco, gli inquirenti hanno iniziato le indagini sequestrando i filmati ripresi da una telecamera di sicurezza posta in un distributore di carburante nelle vicinanze del luogo dell’attentato. 

 (fonte: Il Fatto Quotidiano)

mercoledì 9 febbraio 2011

“Basta con le marchette nel giro di Marina Berlusconi”


Sara Tommasi, 16 sms al premier: "Crepa con tutte le tue troie". E usa la sua scortaUna sera di settembre, a Roma Sara Tommasi fu accompagnata da due auto blu. I pm della procura di Napoli Marco del Gaudio e Antonello Ardituro lo scoprono intercettando Vincenzo Saiello, detto Bartolo, l’ amico di Fabrizio Corona indagato per favoreggiamento della prostituzione. Bartolo non mostra dubbi: parla di “guardie del corpo di Berlusconi”. È questa l’intercettazione chiave, quella che lega l’inchiesta napoletana – partita su un giro di contraffazione di monete – all’indagine milanese per concussione e prostituzione minorile a carico del premier. A leggere le carte si comprende come si arriva da “Bartolo” a Sara Tommasi (vittima di questo sistema che l’ha stritolata) e da lei a Silvio Berlusconi.

Sara alla madre: “Berlusconi mi perseguita”
Il 19 gennaio del 2011 Sara Tommasi è disperata. Chiama da Milano la mamma e si sfoga:
Sara: S.
Madre: M.
S. sono in taxi ma’! Sto a Milano…sono venuta sopra per non fare un cazzo alla fine! Sono venuta per due appuntamenti, ma poi alla fine non sono serviti a un cazzo…e basta!…Ora sto qua a rompermì i coglioni…con la gente che mi droga a destra e sinistra…guarda una cosa…non so più dove scappare (sembra che stia per piangere) …non dove più dove scappare…guarda (poi piange)…sono perseguitata…da Berlusconi e da tutti…non so dove mettere le mani…(continua a piangere)!
M. si…e allora perché non vieni a casa come hai fatto l’altra volta? Che sarebbe l’unica soluzione, è inutile che piangi…vieni a casa. Sara tu hai bisogno di venire a casa …. hai bisogno della protezione della casa! Quindi è inutile che piangi. ..e vai in giro come una matta. ecco…chiuditi dentro casa che stai tranquilla…e nessuno ti trova…stai bella…a casa”. tranquilla se vai girando …per forza..E con tutti i casini che ci stanno … con Berlusconi che è stato indagato.

“Una persona che non vedo da tempo”
Il 9 settembre Sara Tommasi è in contatto con S.V e A.G. per una serata nella quale, però, i due “avevano omesso alla sobrette che si sarebbe dovuta concludere con una sua prestazione sessuale – scrivono gli investigatori – indotta con il mitaggio di una campagna pubblicitaria”. All’improvviso, però, “il programma sarebbe cambiato – continuano gli investigatori – perché Sara Tommasi annunciò la sua defezione”. “No – dice Sara al telefono – devo vedere una persona che non vedo da un sacco di tempo … che mi ha chiamato adesso. Capito?”.

Gli inquirenti: la persona è il premier
“Ebbene – scrivono sempre gli inquirenti – i fatti avrebbero insinuato che quella “persona” andava identificata nel Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, poiché subito dopo la sua scorta personale fu notata da S.V. e A.G., mentre indugiavano sotto casa della donna con l’intenzione di parlarle per convincerla a mantenere l’impegno”.

“Le guardie del corpo di Berlusconi”
Ed ecco la telefonata dalla quale gli investigatori comprendono che la persona in questione è Berlusconi. Si dicono sconvolti del fatto che a prendere la Tommasi ci sia la scorta del premier (Palazzo Chigi smentisce).
Checco: Guaglio’! Ma mi hai fatto fare una figura di merda!
Bartolo: E no… no! E sono dovuto andare a spiegarglielo da vicino… non so se te l’ha detto, perché non posso parlare … Hai capito?
C: Cioè…incomp. ..
B: No… ti giuro ti giuro… Non ti sto dicendo stronzate, adesso ti passo a Giosuè e te lo dice pure lui, vedi!
C: Guaglio’! In vita mia non mi è mai capitato una cosa del genere!
B: Eh!
Giosue: Mentre stiamo aspettando giù al palazzo… che scende… ci ha mandato un messaggio: “Giosuè, adesso scendo!”…E’ arrivata… due macchine,.. con… con le guardie deI corpo di Berlusconi! Se la sono venuta a prendere a questa e se la sono portata… guarda… è una cosa incredibile!
C: Ho capito!
G: Mannaggia la Madonna! Ma poi è scesa senza bagagli… quindi deve ritornare per forza là! lo adesso sto per il corso Francia… dopo che sono andato a spiegare a Gino quello che era successo no… Eh! lo torno un’altra volta là… perché devo cercare di capire Adesso lei non mi risponde al telefono… Gli ho chiesto scusa… però ha detto… adesso ci organizziamo e la prossima volta la facciamo questa cosa! Checco sono rimasto allibito di quello che ho visto stasera.
C: Eh! Va bene, dai!
G: Aspetta un attimo… ti passo a Bartolo, vedi!
C: Eh!
B: Hai capito questa puttana?
C: Eh!
B: Cioè… quella ci ha fatto andare fino là, no… ad aspettare… sto scendendo… sto scendendo… bello e buono abbiamo visto arrivare queste due macchine… Un Audi A8 ed un’Audi A6…
C: Senza salutare?
B: No… bello e buono non ha risposto più al telefono… poi ha chiamato a Giosuè… è caduta la linea… poi bello e buono… abbiamo visto che lei è scesa ed è salita in questa macchina

“Il Giro squallido di Marina Berlusconi”
Il 18 dicembre Bartolo riceve un sms da Sara che si riferisce a Marina Berlusconi. “Ne te ne lele ne fabzio ne le markette k volevi farmifare ne 1″11 giro squallidio di Marina Berlusconi ke volevate farmi frequentare o dei festini privati”.

“Ora mi paghi lo psicologo”
Ecco invece una serie di sms che Sara Tommasi invia a Silvio Berlusconi dal 26 dicembre 2010 in poi.
“Amore ti ho mandato un pensiero da Licia (Ronzulli, ndr). Spero che tu capisca questa volta”.
“Silvio vergognati! Mi hai fatta ammalare… paga i conti dello psicologo”. “Amore perdonami…. ho visto solo ora la tua chiamata. Ultimamente ho problemi con il telefono”.
Il 15 gennio Sara scrive a Silvio Berlusconi: “Spero k krepi kon le tue Troie”
E nella stessa sera invia un altro sms al premier: “I 10 requisiti per l’ammissione tra le fila dei parlamentarei…tu indagato saresti già fuori. Hai capito?”. E poi ancora: “Stai abusando di potere”

Insulti anche a Paolo Berlusconi
Il 6 gennaio scorso la Tommasi scrive al fratello del premier un sms: “Se io mi devo kurare, tu piantala con la cocaina, cani e mignotte!! E festini sexy non me ne sbatte un cazzo stronzo!!”
A La Russa: “Amorepranziamo insieme?
Il 6 gennaio Sara scrive al ministro della difesa Ignazio La Russa: “Amore auguri!! Domani torno. Pranziamo insieme?”

Profumo di Del Noce sulla mia pelle
Il 24 dicembre 2010 la Tommasi scrive a Fabrizio Del Noce, direttore di Rai Fiction: “Amore ho ankora y parfum on my skin”.
Gli investigatori sintetizano così la telefonata della vigilia di Natale nella quale la subrette chiede un regalino: “Sara dice di essere in partenza per il Marocco, ospite dei reali marocchini amici di Gheddafi. Sara dice a Del Noce che deve capire di che morte deve morire, nel senso lavorativo, ed in particolare quando la farà partecipare alle riprese della serie televisiva “Un posto al sole”. Lui le risponde che ne riparleranno quando torna dal Marocco”.

Raffaella Fico e Berlusconi
Gli investigatori annotano: “Sara prima dice che Raffaella Fico è stata con Berlusconi, poi dice che sta scherzando”.

martedì 8 febbraio 2011

Sara Tommasi accusa Mora: “Drogava le ragazze”


La soubrette 29enne, finita nell'inchiesta su un giro di usura della procura di Napoli, ha partecipato alle feste di Arcore insieme a Ruby.

“Non sai mai cosa ti mette Lele nel bicchiere, dopo ti senti stordita”. Dalle carte di un’inchiesta di Napoli avviata su un giro d’usura e approdata alle notti di Arcore, spuntano le intercettazioni di Sara Tommasi. Ma soprattutto, come rivelano Corriere della Sera e La Stampa, arriva un elemento che conferma l’uso di droghe alle feste organizzate dall’agente oggi indagato per induzione alla prostituzione insieme a Emilio Fede e al consigliere regionale, Nicole Minetti. L’abitudine di sciogliere sostanze nelle bevande era già emersa nell’inchiesta avviata dai magistrati di Bari sul reclutamento di ragazze da parte dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini.

Tommasi, 29enne soubrette sbarcata all’Isola dei famosi con una laurea in Bocconi, non ha mai fatto mistero di aver partecipato alle serate nella residenza di Silvio Berlusconi ma, dice, di essere andata solo “in occasioni ufficiali, dopo incontri o convention del Pdl, con politici e ministri”. Ma è stata ad Arcore anche il 25 aprile scorso insieme a Ruby in occasione della visita di Vladimir Putin. A leggere le intercettazioni, nel Palazzo la giovane Sara ha molte amicizie. A partire dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e dall’eurodeputata del Pdl, Licia Ronzulli. Ma nel vortice di personaggi che ruotano attorno ad Arcore, è Lele Mora quello che Sara Tommasi conosce maggiormente. E’ stata una delle preferite dall’agente, star della scuderia. “Sappiamo tutti che Lele Mora portava le ragazze a Berlusconi, come si sa che si ricorre alla prostituzione”, ha detto ieri a Un Giorno da Pecora, trasmissione di Radio 2.

Oggi, Corriere della Sera e La Stampa, ricostruiscono i rapporti tra Sara Tommasi e Silvio Berlusconi, la sua presenza ad Arcore e riportano le intercettazioni della procura di Napoli da cui emerge che Lele Mora, già condannato per cessione di cocaina negli anni ottanta, drogava le ragazze. Lo racconta Sara a un amico che la chiama chiedendole cosa fosse accaduto in un locala a Milano Marittima. “In queste occasioni non sai mai cosa ti mette Lele nel bicchiere, ti senti stordita….”, dice la ragazza. Ma le telefonate fotografano chiaramente un giro di legami di Tommasi con politici, dirigenti televisivi, manager, nella ricerca continua di successo e soldi. La 29enne è stata convocata in procura a Napoli per essere interrogata e probabilmente sarà presente anche uno dei magistrati di Milano titolari dell’inchiesta sulle notti del bunga bunga ad Arcore. I pubblici ministeri delle due città si incontreranno a giorni per uno scambio di atti e per la messa a punto di una strategia comune proprio in vista dell’interrogatorio di Sara Tommasi.

La ragazza ha contatti importanti e li usa con disinvoltura. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Sara Tommasi spediva sms a Silvio Berlusconi e telefona svariate volte a Ignazio La Russa. Ma anche a Paolo Berlusconi e Licia Ronzulli, eurodeputato del Pdl considerata madrina delle serate di Arcore e legata alla consigliera regionale Nicole Minetti che ne avrebbe preso il testimone nell’organizzazione delle feste nella residenza del premier. Ma Tommasi chiede anche aiuto per avere partecipazioni televisive a Fabrizio del Noce e a Massimo Giletti. Esprime più volte la volontà di uscire dal giro delle serate occasionali e si affida a un conoscente, nelle carte indicato come Bartolo, che gli organizza incontri. “Io non voglio più essere nel giro del presidente – si sfoga – voglio muovermi autonomamente”. Bartolo esegue. L’ultimo incontro organizzato per la soubrette risale a pochi giorni fa: in un hotel alla periferia di Napoli con un guadagno per lui di mille euro. Come scrive il Corriere, sono state le intercettazioni a rivelarlo e il riscontro è arrivato dagli accertamenti svolti dalla polizia. Così è scattata per il “mediatore” l’accusa di induzione alla prostituzione. Anche su questo la ragazza dovrà fornire spiegazioni.

Sentita dal Corriere della Sera, Tommasi non ha risposto sulle contestazioni degli inquirenti, si è limitata a definire il mondo in cui cercava la celebrità. “Il modello è quello del faraone con la sua corte. Purtroppo, in questo mondo, ormai si consuma soltanto una piccola, continua guerra di potere: le foto servono a punire o a premiare certe ragazze rispetto ad altre; a ricattare quel politico oggi e quell’altro domani. Le donne dello spettacolo vengono costruire e usate ma si vede che va bene così a tutti”.

venerdì 3 dicembre 2010

Metastasi: sangue, soldi e politica tra nord e sud.

Presentato il libro “Metastasi” di Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli sui rapporti tra la mafia calabrese e alcuni esponenti politici. La nuova ‘ndrangheta nella confessione di un pentito.


di Sebastiano Di Mauro.

Sono imperversate in queste settimane discussioni a non finire su Mafia Si o Mafia NO in Lombardia, che ha scatenato dibattiti su carta stampata e Tv e, come era prevedibile che fosse, un fiume di polemiche. E’ stato criticato Roberto Saviano che ha trattato il tema delle infiltrazioni mafiose nel Nord Italia ed in Lombardia in particolare e, senza neanche troppi mezzi termini, aveva fatto intendere che le cosche mafiose avevano delle convivenze con le istituzioni locali, allarmando così il partito del Carroccio, tanto che il Ministro dell’Interno Maroni ha voluto replicare.
Ora, probabilmente, una nuova ondata di polemiche verrà suscitato da “Metastasi“, il libro pubblicato da Chiarelettere, firmato da Gianluigi Nuzzi e Claudio Antonelli, inviati di “Libero”, che ieri sera è stato presentato al Circolo della Stampa di Milano alla presenza di Giornali, TV e tanti appassionati in una sala gremitissima che vedeva come relatori di rilievo Livia Pomodoro, presidente del tribunale di Milano, il procuratore capo della Dda di Roma Giancarlo Capaldo e Gad Lerner, giornalista e scrittore, oltre naturalmente a Maurizio Belpietro, direttore di Libero, testata a cui appartengono i due giornalisti autori.
Apriva la serata Gad Lerner, che rivolgendosi alla dr. Livia Pomodoro, ha esordito dicendo: “una volta tanto siamo in controtendenza e sono i giornalisti a portare notizie ai magistrati”. Queste “notizie”, contenute nel libro-confessione, come ha ammesso lo stesso procuratore G. Capaldi, costituiscono dei veri e propri documenti che sono al vaglio della magistratura, basandosi sulle rivelazioni del pentito Giuseppe Di Bella.
Infatti nel libro vengono affrontati ed eviscerati i rapporti tra la ’ndrangheta e diversi personaggi, i cui nomi, per ovvie ragioni, sono stati criptati con le lettere dell’alfabeto greco Alfa, beta… e tra questi il noto esponente del Carroccio, chiamato appunto il signor “GAMMA”, il quale facilmente si è riconosciuto in modo inequivocabile. E’ stato un ministro della passata legislatura, che dopo le reticenze del pre-presentazione del libro viene svelato come l’ex ministro Castelli, che a Varese, “consapevolmente” o “inconsapevolmente” beneficiò dei servigi della ‘ndrangheta, dopo l’incontro con il boss avvenuto proprio alla vigilia del grande boom del partito del Senatùr. Da quel giorno Trovato disse ai suoi: “Votate Lega e fate buon pubblicità”, aprendo così di fatto una sorta di patto di solidarietà.
Al quartier generale della Lega è già scattato l’allarme e Umberto Bossi, insieme al suo fidatissimo staff sta certamente approntando una manovra che corra ai ripari sul ciclone che si sta abbattendo sul partito. Ma non sono solo politici i legami della trama del libro, che al di là delle denunce chiare e gravi, è un romanzo, e descrive in maniera reale i rapporti che la ’ndrangheta calabrese ha intessuto con personaggi di spicco come Gianni Versace, che poi nel 1977 venne ucciso a Maiami in Florida, presumibilmente da un certo Andrew Cunanan, che si uccise misteriosamente prima di essere catturato dalla polizia statunitense. Ora G. Di Bella afferma sia stato un delitto per mano della ‘ndrangheta, che era arrivata fino a Miami per farlo fuori.
A dare il via alle confessioni del pentito Giuseppe Di Bella, pare sia stata la morte della moglie, che non è riuscito a portare per cure in Svizzera a causa delle lungaggini burocratiche che hanno avuto il sopravvento gettando nello sconforto un uomo venutosi a trovare solo con il suo bambino di 10 anni, un vero “ergastolano”, vittima ingiustificata del sistema mafioso.
Nel libro si parla, per la prima volta degli intrecci tra il boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato, imprenditori e politici e, come confermato dallo stesso capo della direzione distrettuale antimafia romana Giancarlo Capaldo, nel corso della presentazione del libro, “è stato aperto un fascicolo per accertare e riscontrare la veridicità dei racconti fatti dal pentito”. La prima copia del libro con i nomi e cognomi chiari dei collusi si trova sulla sua scrivania per essere messo al vaglio della giustizia, che necessariamente dovrà fare tutte le opportune verifiche.
E’ stato ricordato come le parole più significative del pentito Di Bella abbiano trovato riscontro in un’altra voce decisiva nella lotta alla Mafia Calabrese, e che è quella di Filippo Barreca, praticamente il Buscetta della ’ndrangheta, e che come ammesso dalle parole del procuratore Nicola Gratteri è stato un santista, cioè uno di quelli ammessi a partecipare alle riunioni decisive dei capi dei capi e che quindi, senza di lui, non si sarebbero mai celebrati i processi di mafia che conosciamo.
Questo libro, come Vaticano Spa che ha venduto 250 mila copie in un anno in Italia, si annuncia un grande successo e sarà un idea regalo per il prossimo Natale a sole 14.60 euro e reperibile da oggi in tutte le librerie. Questo libro, inoltre, come ribadito da Gianluigi Nuzzi, non è una “spremitura” di atti giudiziari, ma rappresenta una confessione chiara ed allo stesso tempo sconvolgente, che ha in se i ritmi di un romanzo criminale.
In esso viene narrato come la ‘ndrangheta calabrese abbia il monopolio nel commercio della droga: non vanno i casalesi, non vanno i siciliani, ma vanno i calabresi ad acquistare le navi cariche di cocaina da immettere nel mercato europeo, utilizzando i porti di Amburgo e di Gioia Tauro, tutto il resto sono solo piccoli episodi in confronto.
A Careri, in Calabria, una donna a cui chiesi perchè vestisse di nero – dice Nuzzi – mi rispose che gli era molto il fratello e quando ho replicato che sua fratello era vico e che stava collaborando con la giustizia mi rispose: “appunto non ho più un fratello”. Nello stesso paese in una classe di una scuola elementare, quando abbiamo chiesto cosa fosse la mafia, i bambini sono rimasti tutti zitti, così come il comandante dei Vigili Urbani a cui un investigatore aveva chiesto il numero civico dove abitava un boss ‘ndranghetista e, per saperlo ha dovuto arrestarlo per favoreggiamento.
Al dr. G. Capaldo chiediamo:
Il titolo di questo libro equipara la ‘ndrangheta ad un male incurabile, ma secondo lei così come accade per la ricerca sul cancro, dal suo punto di vista viene investito abbastanza per sconfiggere questo male?
Quello che è importante non è tanto l’investimento economico, che c’è anche, ma in l’investimento in energie, sinergie e volontà di voler sconfiggere questo male.
Quindi si buon ben sperare?
Si, si assolutamente, si fa tutto il possibile perchè venga sconfitto.
Claudio Antonelli, coautore del libro ed ex carabiniere, chiediamo:

Quanto ha contribuito nell’inchiesta l’essere stato appartenente all’Arma e come ha vissuta questa inchiesta?
Io ho passato quattro anni nell’Arma e sento ancora la divisa, così ho capito che lo stesso metodo investigativo lo potevo applicare nel nuovo lavoro, quello del giornalista. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono messo in discussione, non dico di aver avuto paura, ma sentivo il dovere di portare avanti la denuncia di G. Di Bella. Credo che bisogna mettere passione ed intelligenza nel proprio lavoro per poter intuire, con anni di anticipo l’evoluzione della società.
Gianluigi Nuzzi, alla domanda cosa si evidenzia in questo libro ha risposto:
“Chiaramente si evidenzia quella zona grigia del mondo politico e imprenditoriale che è l’anticamera dell’omertà, come l’anticamera della complicità che spieghiamo nell’ultimo capitolo, insomma per sconfiggere la ‘ndrangheta servono le stesse forze messe in campo per sconfiggere il terrorismo Internazionale, quindi un intelligence e poi uomini e mezzi per sgominare il fenomeno criminale in ogni ambiente in cui si radica”. Poi Nuzzi continua:
“Mi ha colpito molto la storia del ragioniere di Valmadrera – ha aggiunto – a cui venne ‘espropriata’ la sua casa, dopo averlo appeso a testa in giù sulle sponde del lago lombardo, semplicemente perché quella villa piaceva all’amico del boss.”
Dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, considerato attendibile da molti processi, ci viene descritto come la ’ndrangheta avesse le mani sugli affari del Nord. Quindi ci spiega, con dovizia di particolari, come sia stata facilitata la scalata del boss calabrese in Padania. Nel libro si trovano anche quattro delitti irrisolti, i presunti rapporti tra Giulio Andreotti e Brusca, la morte di Gianni Versace e i presunti contatti tra i capi clan e il fratello Santo.
Vale la pena di ricordare che Di Bella, gia’ testimone in diversi processi, come più volte ribadito dai due magistrati relatori e dagli stessi autori del libro inchiesta pagherà in prima persona per le sue dichiarazioni, nelle quali si autodenuncia.

(fonte: IlDemocratico)