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lunedì 4 luglio 2011

LA STRUTTURA DELTA IN RAI. Idv: "Una class action contro la Rai". Dalla "squadra" danni per i cittadini


Le telefonate intercettate nel 2005, nell'ambito dell'inchiesta Hdc. Da Deborah Bergamini a Pionati a Del Noce, tanti si attivano per addolcire a Berlusconi il boccono amaro delle Regionali, ma anche per discutere con la supposta "concorrenza" i palinsesti più favorevoli al "Biscione". Fino alla costituzione di una "task force" per controllare e disinformare. Un gruppo che funziona ancora...

La struttura Delta non operava negli interessi dei veri proprietari della Rai, ovvero i cittadini che pagano il canone. L'Italia dei valori annuncia un'azione legale contro i "dirigenti infedeli" che hanno messo in discussione la libertà di informazione. E il partito di Di Pietro chiede al Dg Lorenza Lei di prendere una posizioneROMA - Una class action contro la Struttura delta della Rai. Secondo l'Idv, i dirigenti della televisione pubblica che lavoravano negli interessi di Berlusconi devono pagare i danni. Da quanto emerge dalle intercettazioni del 2005, raccolte nell'ambito dell'inchiesta Hdc, infatti, a Viale Mazzini c'era una squadra che lavorava per non scontentare il Cavaliere. 'La struttura Delta', questo il nome del nucleo operativo composto da manager Rai e Mediaset, lavorava per favorire il Capo, per fare in modo che l'informazione fosse al suo servizio, organizzava i palinsesti perché il Biscione non perdesse share.


Deborah Bergamini, Fabrizio del Noce, Clemente Mimun, Gianfranco Comanducci e Alessio Gorla, però, dice adesso l'Italia dei valori, hanno ingannato i veri proprietari della Rai, ovvero i cittadini che pagano il canone. Il partito di Di Pietro annuncia: "Agiremo per vie legali - si legge in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando - e promuoveremo una class action per risarcire la Rai da coloro che hanno tradito il ruolo del servizio pubblico e hanno distrutto la libertà d'informazione". I dirigenti infedeli, continua la nota, che hanno lavorato per Mediaset e per Berlusconi devono pagare in prima persona per il danno che hanno procurato ai cittadini.


"Lorenza Lei - prosegue - dica da che parte sta, non ha più alibi, deve dimostrare di non aver nulla a che fare con questa struttura parallela lobbista e piduista, prendendo provvedimenti nei riguardi di coloro che hanno infangato l'azienda pubblica e che ancora sono al loro posto. Dovrebbe disporre un'indagine interna e cacciare chi rema contro".

Secondo l'Idv le notizie che arrivano dalla Rai confermano che la Struttura delta ancora esiste e lavora per favorire il Premier. "L'eliminazione di programmi di successo e di professionisti dell'informazione - prosegue l'esponente dipietrista - come Maria Luisa Busi, Milena Gabanelli, Michele Santoro, il duo Fazio-Saviano, Serena Dandini e tanti altri, dimostra come la struttura Delta sembra ancora operare in Rai. Il Dg batta un colpo ed esca dal suo imbarazzante silenzio o si renderà complice delle epurazioni e dell'implosione dell'azienda. Si capisce ora perché questo governo e questa maggioranza vogliono abolire le intercettazioni perché vogliono nascondere tutte le nefandezze che commettono".

"L'Italia dei Valori, che non si è mai seduta al tavolo della spartizione delle poltrone del Cda Rai - conclude Orlando - chiede nuovamente a tutte le forze politiche di fare un passo indietro e di promuovere una riforma seria del servizio pubblico radio televisivo per restituirlo ai cittadini. Una riforma da fare contestualmente alla risoluzione del conflitto d'interessi, per evitare che in futuro si nomino altri Cda in applicazione della legge Gasparri, norma che abbiamo tutti il dovere civile di abrogare".


(fonte: Repubblica)

giovedì 21 aprile 2011

Lettera dall' Italianistan


Vivo a Milano 2, in un quartiere costruito dal Presidente del Consiglio. Lavoro a Milano in un’azienda di cui è principale azionista il Presidente del Consiglio. Anche l'assicurazione dell'auto con cui mi reco a lavoro è del Presidente del Consiglio, come del Presidente del Consiglio è l'assicurazione che gestisce la mia previdenza integrativa. Mi fermo tutte le mattine a comprare il giornale di cui è proprietario il Presidente del Consiglio.
Quando devo andare in banca, vado in quella del Presidente del Consiglio.
Al pomeriggio, quando esco dal lavoro, vado a far la spesa in un ipermercato del Presidente del Consiglio, dove compro prodotti realizzati da aziende partecipate dal Presidente del Consiglio. 


Alla sera, se decido di andare al cinema, vado in una sala del circuito di proprietà del Presidente del Consiglio, e guardo un film prodotto e distribuito da una società del Presidente del Consiglio: questi film godono anche di finanziamenti pubblici elargiti dal governo presieduto dal Presidente del Consiglio.




se invece la sera rimango a casa, spesso guardo la TV del Presidente del Consiglio, con decoder prodotto da società del Presidente del Consiglio, dove i film realizzati da società del Presidente del Consiglio sono continuamente interrotti da spot realizzati dall'agenzia pubblicitaria del Presidente del Consiglio. Seguo molto il calcio, e faccio il tifo per la squadra di cui il Presidente del Consiglio è proprietario.
Quando non guardo la TV del Presidente del Consiglio guardo la RAI, i cui dirigenti sono stati nominati dai parlamentari che il Presidente del Consiglio ha fatto eleggere. Quando mi stufo navigo un po’ in internet, con provider del Presidente del Consiglio. Se però non ho proprio voglia di TV o di navigare in internet leggo un libro, la cui casa editrice è di proprietà del Presidente del Consiglio. Naturalmente, come in tutti i paesi democratici e liberali, anche in Italianistan è il Presidente del Consiglio che predispone le leggi che vengono approvate da un Parlamento dove molti dei deputati della maggioranza sono dipendenti ed avvocati del Presidente del Consiglio, che governa nel mio esclusivo interesse, per fortuna!

(fonte: Gaetano Amato)