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martedì 2 maggio 2017

Il bomba

“Se perdo al referendum non mi vedrete più” Tutte le promesse non mantenute di Renzi e Pd

Una spiacevole sinergia tra la memoria corta degli italiani e l'ambizione di colui che a buon diritto sembra essere uno dei tromboni più convincenti degli ultimi anni, in un clima in cui la concorrenza lo fa apparire come un maestro della realpolitik, causando l'attuale situazione di uomo forte inevitabilmente visto come ultima spiaggia, da chi forse forte non è. 
La credibilità di Renzi e della sua compagine governativa è stata minata da tutte le promesse mancate e da una serie di indagini giudiziarie che coinvolgono a vario titolo personalità pubbliche e private assai vicine a lui.Nulla di male per l'uomo forte, ma la coerenza è ancora un valore. Segue un breve e non esaustivo sommario.


Il governo Letta

17 gennaio 2014 – Intervista alle Invasioni Barbariche, La7

“In questi 9 mesi il governo sulle riforme non ha fatto passi avanti, e se chiudo gli occhi e penso a cosa ha fatto il governo mi viene in mente l’Imu… Ma facciamo un hashtag enrico stai sereno, vai avanti”

22 febbraio 2014 – Nota del Quirinale

Il governo ha prestato giuramento questa mattina al Palazzo del Quirinale. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, dott. Matteo Renzi, e i Ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato, pronunciando la formula di rito.



L’Italicum
27 aprile 2015 – Lettera ai coordinatori di circolo del Partito democratico
“E’ una legge seria, in linea con le precedenti proposte del nostro partito”
11 giugno 2016 – Intervista a Eugenio Scalfari, RepIdee
“Non sono innamorato di questa legge elettorale, avrei preferito Mattarellum con strumenti per garantire la vittoria”

Le preferenze e i nominati
10 aprile 2012 – Enews
“Via questa legge elettorale e restituiamo ai cittadini il diritto di scelta dei propri rappresentanti”
L’Italicum prevede che i capilista, nei 100 collegi, siano bloccati: sono, cioè, eletti automaticamente se scatta la soglia per eleggere un parlamentare. Le preferenze valgono solo per gli altri candidati.

Larghe intese
20 ottobre 2013 – Intervista a l’Unità
“Se vinco io mai più le larghe intese”, “voglio un partito trasparente aperto e partecipato, che poggi su tre gambe: parlamentari, amministratori e circoli”, “io non voglio correnti”
19 febbraio 2014 – Dichiarazione da presidente incaricato al termine delle consultazioni
“La maggioranza di riferimento è quella che ha sostenuto il governo uscente”

Amnistia
20 dicembre 2012 – Ansa
Ci sono anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il governatore della Toscana Enrico Rossi tra i politici e le personalità toscane che hanno aderito a una lettera-appello a Marco Pannella nella quale si condividono i motivi della sua protesta, lo si invita a interrompere il digiuno e si promette al leader radicale che i firmatari intraprenderanno, per un giorno, a staffetta, uno sciopero della fame. (…) I firmatari spiegano che ”armati di nonviolenza, con i nostri corpi, con il ruolo che ricopriamo, intraprenderemo, a staffetta, uno sciopero della fame, sperando, con forza e caparbieta’, che il Parlamento italiano conceda un provvedimento di amnistia e si attivi con atti urgenti per porre rimedio all’emergenza carceraria”.
16 ottobre 2013 – Dichiarazioni alla stampa, Firenze
“Oggi sarebbe un’assurdità”. ”Un provvedimento di amnistia-indulto sette anni dopo quello del 2006, è diseducativo: questo non significa che non dobbiamo investire nelle carceri, o fare una riforma sulle misure alternative”. “Io non ho cambiato idea: poi se c’è qualcuno che le idee non le ha, questo è un problema suo”

Segretario
27 aprile 2013, intervista a Che tempo che fa, Rai3
Vuole fare il segretario del Pd? “No, perché non sono adatto. Lei mi ci vede a tenere l’equilibrio o meglio l’equilibrista, tenere insieme le correnti?”
9 luglio 2013, intervista a Claudio TitoRepubblica
“Tanti amministratori, tanti sindaci, tanti militanti ripongono nel Pd le loro speranze. E chiedono a me di mettermi in gioco. A loro dico: dobbiamo costruire un Pd moderno, aperto, pensante non pesante. Perché solo il Pd può fare uscire l’Italia da questa crisi». Matteo Renzi è pronto a scendere in campo.

Berlusconi
11 settembre 2013 – Intervista a Porta a Porta, Rai1
“Ora è arrivata una sentenza definitiva che ha detto che è colpevole. Berlusconi la ritiene una sentenza ingiusta, altri pensano che sia sacrosanta. Ma in un qualsiasi Paese dove un leader politico viene condannato, la partita è finita. Game over”
18 gennaio 2014 – Ansa
Silvio Berlusconi è appena giunto nella sede del Pd per incontrare Matto Renzi. Al centro del colloquio la possibilità di chiudere una intesa sulla legge elettorale.
Berlusconi è entrato in macchina nella sede del Pd.

Via la politica dalle aziende pubbliche
10 aprile 2012 – Enews
“Via i partiti da Rai, Finmeccanica e dalle aziende pubbliche dove ancora inzuppano in tanti. Troppi”
La presidente di Poste è Luisa Todini, ex europarlamentare di Forza Italia e ex consigliera della Rai in quota centrodestra. Il vicepresidente di Eni è Lapo Pistelli, più volte parlamentare con Margherita e Pd, ex viceministro e già rivale di Renzi alle primarie a Firenze. Il consigliere di Enel, Alberto Bianchi, è ritenuto l’avvocato di Renzi ed è stato presidente della fondazione Open che fa capo a Renzi (la ex Big Bang). Il consigliere di Eni Fabrizio Pagani è stato capo della segreteria tecnica del ministro Piercarlo Padoan. La consigliera di Finmeccanica Marta Dassù, è stata viceministro degli Esteri con Monti e Letta e consigliera di D’Alema premier. Il consigliere di Finmeccanica Fabrizio Landi è amico di Marco Carrai, finanziatore della prima campagna per le primarie di Renzi (2012), partecipante della Leopolda. Il consigliere di Poste Roberto Rao è stato un deputato dell’Udc e anche il portavoce di Pierferdinando Casini quando era presidente della Camera.
Via i partiti dalla Rai
27 marzo 2015 – Conferenza stampa a Palazzo Chigi
“Riduzione dei membri del Cda e semplificazione. Individuazione di un responsabile, come avviene in tutte le nostre riforme. Il cda fa il cda e la commissione vigila: chi gestisce l’azienda non deve più rendere conto ai bilancini delle singole correnti dei partiti”. “Questo significa fuori i partiti dalla gestione della Rai”
Il Consiglio di amministrazione è nominato dal Ministero dell’economia e delle finanze che esercita i diritti dell’azionista su Rai SpA, sulla base di differenti designazioni. Il nuovo cda si è insediato il 5 agosto. I nuovi consiglieri sono Rita Borioni, Guelfo Guelfi e Franco Siddi (indicati dal Pd), Paolo Messa (area popolare), Carlo Freccero (M5s e Sel) e Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca (centrodestra). Il presidente Monica Maggioni (ex direttore di RaiNews) e un altro consigliere (Marco Fortis) sono stati indicati dal governo. L’amministratore delegato è Antonio Campo Dall’Orto, altro partecipante alle edizioni della Leopolda.
Ponte sullo Stretto
1 ottobre 2012 – Dichiarazione ai giornalisti, a Sulmona, prima tappa del tour per le primarie 2012
“Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io dico che gli otto miliardi li dessero alle scuole per la realizzazione di nuovi edifici e per rendere più moderne e sicure”
6 novembre 2015 – Dichiarazione durante la presentazione del libro di Bruno Vespa
“Certo che si farà, il problema è quando. Ora, prima di discutere del ponte, sistemiamo l’acqua di Messina, i depuratori e le bonifiche. Investiamo 2 miliardi nei prossimi cinque anni in Sicilia per le strade e le ferrovie. E poi faremo anche il ponte”

Articolo 18
18 dicembre 2013 – Presentazione del libro di Bruno Vespa
“Questa è l’ennesima dimostrazione di un gruppo dirigente che guarda al dito e non alla luna. No al derby sull’articolo 18, non riparta il dibattito ideologico, se no è melma. Non ho mai trovato nessun imprenditore che mi dice che vuole assumere senza articolo 18, né ho mai trovato un lavoratore che rifiuta un lavoro perché non c’è l’articolo 18”
1 settembre 2014 – Conferenza stampa a Palazzo Chigi
“Il problema non è l’articolo 18, non lo è mai stato e non lo sarà”, “riguarda tremila persone in Italia ma è caratterizzato da anni e anni come l’unico problema delletematiche giuslavoristiche”. “L’articolo 18 è una cosa importantissima, ma riguarda circa 3000 persone l’anno in un Paese che ha 60 milioni di abitanti”
28 settembre 2014 – Intervista a Che tempo che fa, Rai3
“Quando hai un disoccupato non devi fare una battaglia ideologica sull’articolo 18 ma devi fare in modo che trovi un lavoro”
23 marzo 2015 – Intervento alla Luis School of government
“Non accetto che ci sia chi si definisce di sinistra perché difende l’articolo 18, come se chi ha voluto cambiarlo non sia di sinistra”

Febbraio 2014:
Fresco dell’incarico di premier conferitogli da Giorgio Napolitano, Matteo Renzi aveva annunciato trionfalmente di essere pronto a varare “una riforma al mese”, a partire dalla legge elettorale e dalla rivoluzione del mercato del lavoro.


Debiti della Pubblica amministrazione. 

Appena arrivato al governo Renzi prometteva di sanarli, ma dopo quasi un anno e mezzo il debito della macchina amministrativa pubblica pesava ancora per 6,1 miliardi.

La legge elettorale

All’epoca definita “la più bella del mondo” – è stata fatta a pezzi dalla Corte Costituzionale, mentre la riforma costituzionale che portava la firma di Maria Elena Boschi è stata semplicemente cestinata dai cittadini nel referendum del 4 dicembre scorso


E ancora, per ripetersi e ribadire....

MATTEO RENZI, DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

La fine dell'esperienza politica (Consiglio dei Ministri, 12 marzo 2014):
"Lo dico qui, prendendomene la responsabilità, che se non riesco a superare il bicameralismo perfetto non considero chiusa l'esperienza del governo, considero chiusa la mia esperienza politica".

Fine (Tg2, 30 marzo 2014):
"O facciamo le riforme, o non ha senso che io stia al governo. Se non passa la riforma del Senato, finisce la mia storia politica".

Del tutto evidente (Conferenza stampa di fine anno, 29 dicembre 2015):
"È del tutto evidente che se perdo il referendum costituzionale, considero fallita la mia esperienza in politica".

Precise responsabilità (Repubblica.tv, 12 gennaio 2016):
"Intendo assumermi precise responsabilità. È un gesto di coraggio e dignità. Se perdo il referendum io non solo vado a casa, ma smetto di far politica".

La dignità (Aula del Senato, 20 gennaio 2016):
"Lo ripeto anche qui: se perdessi il referendum considererei conclusa la mia esperienza politica. Credo profondamente nel valore della dignità della cosa pubblica".

La borsettina (Quinta Colonna, 25 gennaio 2016):
"Io non sono come gli altri, se gli italiani diranno No, prendo la borsettina e torno a casa".

E le vostre idee? (Scuola di formazione del Pd, 7 febbraio 2016):
"Se vince il No prendo atto del fatto che ho perso. Dite che sto attaccato alla poltrona? Tirate fuori le vostre idee, ecco la mia poltrona".

The end (Scuola di formazione del Pd, 12 marzo 2016):
"Se perdiamo il referendum è doveroso trarne conseguenze, è sacrosanto non solo che il governo vada a casa, ma che io consideri terminata la mia esperienza politica".

Non mi vedrete più (Congresso dei Giovani Democratici, 20 marzo 2016):
"Io ho già la mia clessidra girata. Se mi va male, se perdo la sfida della credibilità o il referendum del 2016, vado via subito e non mi vedete più".

Se perdi una sfida epocale (Durante il #matteorisponde, Facebook, 28 aprile 2016):
"Sto personalizzando? No, se perdi una sfida epocale che fai? Racconti che i cittadini hanno sbagliato? No, hai sbagliato tu".

A casa (Ansa, 2 maggio 2016):
"La rottamazione non vale solo quando si voleva noi. Se non riesco vado a casa".

Vinavil (Rtl 102.5, 4 maggio 2016):
"Non sono come i vecchi politici che si mettono il vinavil e che invece di lavorare restano attaccati alla poltrone".

Smetto proprio, con che faccia rimango? (Che tempo che fa, 8 maggio 2016):
"Non è personalizzazione, ma serietà. Se io perdo, con che faccia rimango? Ma non è che vado a casa, smetto proprio di fare politica".

Fine carriera (Radio Capital, 11 maggio 2016):
"Se non passa il referendum la mia carriera politica finisce qui. Vado a fare altro".

Destinazione paradiso (Ansa, 11 maggio 2016):
"Non sto in paradiso a dispetto dei santi. Se perdo, non finisce solo il governo: finisce la mia carriera come politico e vado a fare altro".

Libero cittadino (Porta a Porta, Rai 1, 12 maggio 2016):
"Se vince il No, mi dimetto il giorno dopo e torno a fare il libero cittadino".

Personalizzazione? (L’Eco di Bergamo, 21 maggio 2016):
"Se perdiamo il referendum, vado a casa. Questa è personalizzazione? No. Questa è serietà".

Quel galantuomo di Napolitano (Comizio a Bergamo, 21 maggio 2016):
"Non sono andato a palazzo Chigi dopo aver vinto un concorso, mi ci ha messo quel galantuomo di Napolitano con l'impegno di fare le riforme. Se non ottengo questo risultato, l'Italia continuerà a essere il Paese degli inciuci e del Parlamento più costoso del mondo. Se l'Italia vuole questo sistema, è giusto che lo faccia senza di me".

Tutti via in caso di sconfitta (In mezz'ora, Rai 3, 22 maggio 2016):
"Se il referendum dovesse andare male non continueremmo il nostro progetto politico. Il nostro piano B è che verranno altri e noi andremo via". (Nel governo Gentiloni tutti confermati, tranne il ministro Giannini)

Via pure dalla segreteria Pd (Virus, Rai 2, 1 giugno 2016):
"Se perdo il referendum troveranno un altro premier e un altro segretario".

Cambierò mestiere (Il Foglio, 2 giugno 2016):
"Io sono fiducioso che vinceremo bene. Ma se il referendum andrà male continuerò a seguire la politica come cittadino libero e informato, ma cambierò mestiere. Vuole uno slogan semplice? O cambio l'Italia o cambio mestiere".

Pollo da batteria (eNews, 29 giugno 2016):
"Secondo voi io posso diventare un pollo da batteria che perde e fa finta di nulla?".

È stato gli altri (La Repubblica, 31 luglio 2016):
"Personalizzare questo referendum contro di me è il desiderio delle opposizioni, non il mio".

Governicchi mai (Ansa, 17 novembre 2016):
"Io non posso essere quello che si mette d’accordo con gli altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio".

Curriculum (#matteorisponde, Facebook, 21 novembre 2016):
"Non sto qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Non ho niente da aggiungere al curriculum vitae".

Il boy scout (Matrix, Canale 5, 30 novembre 2016):
"Io sono un boy scout, non voglio diventare come gli altri, il mio lavoro deve servire a cambiare il paese. Se vogliono un bell'inciucione, se lo facciano da soli...".

No agli accordicchi (Comizio ad Ancona, 30 novembre 2016):
"Non sono quello che fa accordicchi alle spalle dei cittadini. Per questo possono chiamare qualcun altro".

I pop-corn (Repubblica.tv, 30 novembre 2016):
"Se gli italiani dicono No, preparo i pop-corn per vedere in tv i dibattiti sulla casta".

LE CONFERME DEL PD

L'allora ministro Maria Elena Boschi a Otto e Mezzo, La7, 27 aprile 2016:
"Se un governo ha avuto il mandato da Napolitano a fare le riforme e queste poi non passano, è normale che ne prenda atto".

Il ministro Dario Franceschini a Repubblica, 29 maggio:
"Il ritiro in caso di vittoria del No non è una minaccia, a me sembra una con-sta-ta-zio-ne. Questo governo nasce per fare le riforme. Se le riforme non si fanno chiude bottega il governo e chiude anche la legislatura, mi pare ovvio". (Franceschini è stato confermato al ministero dei Beni Culturali dal nuovo premier Gentiloni, e la legislatura prosegue)

Valeria Fedeli, da vicepresidente del Senato, a L'aria che tira, La7, 4 dicembre 2016:
"Se vince il No il giorno dopo bisogna prenderne atto, non possiamo andare avanti perché non avremmo più l'autorevolezza. Sarebbe giusto rimettere il mandato da parte del premier ma anche da parte dei parlamentari: tolgo l'alibi a chi pensa 'tanto stiamo lì fino al 2018', perché pensano alla propria sedia. Io non penso alla mia sedia". (Valeria Fedeli è appena stata nominata Ministro dell'Istruzione del Governo Gentiloni)

Maria Elena Boschi a In mezz'ora, Rai 3, 22 maggio 2016:
"Noi vinceremo, quindi questo problema non si porrà. Ma comunque sì, noi siamo molto serie e se Renzi perde anch'io lascio la politica, perché è un lavoro che abbiamo fatto insieme. Come potremmo restare e far finta di niente?". (Maria Elena Boschi è appena stata nominata sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, entrando così di fatto nel nuovo Governo Gentiloni)


(fonte: IlFattoQuotidiano.it, Espresso)