DEBITO PUBBLICO

RAPPORTO DEBITO/PIL

lunedì 27 giugno 2011

Ehm: cosa cazzo ci fa ancora in Parlamento?



Faceva parte di un sistema finalizzato alla gestione di notizie riservate da usare come arma di ricatto per l'ottenimento di appalti e nomine.

Era manovrato dal faccendiere e massone Luigi Bisignani, pregiudicato per corruzione, radiato dall'ordine dei giornalisti, anch'egli coinvolto nell'inchiesta.

Da magistrato violava il segreto istruttorio, acquisiva informazioni riservate e le passava ai propri "amici", aggiornandoli sui procedimenti penali in corso e spifferando loro le modalità migliori per eludere tali indagini.

Si adoperava per raccogliere "notizie ed informazioni su dati sensibili riguardanti esponenti delle istituzioni ed alte cariche dello Stato", allo scopo di "infangare e ricattare".

Sfruttava la sua rete di gole profonde all'interno delle forze dell'ordine (e non solo) per acquisire notizie relative ad indagini in corso, promettendo agli indagati "aiuto e protezione. Ma in cambio pretendeva soldi e costosi regali per le sue amanti. Le ricompensava con una casa, una Jaguar a disposizione, Rolex e altri gioielli". Non solo: "le preferite ottenevano un impiego o una consulenza negli Enti pubblici".

Proprio per questa sua spregiudicatezza e per questi apprezzati favori - aiutò personaggi del calibro di Letta, Masi e Verdini - venne inserito nelle liste elettorali del Pdl. E nel 2008 divenne Parlamentare della Repubblica.

Era particolarmente legato a personaggi del calibro di Cesare Previti, Nicolò Pollari e Pio Pompa.

Frequenta prostitute e transessuali, garantendo loro soldi e regali di lusso. Ad una di queste prostitute "riconosce" un vitalizio di 700 euro al mese, mette a disposizione abitazioni di prestigio, regala vestiti di marca, cellulari, persino auto di lusso. Bollo e assicurazione, tutto compreso.

La stessa prostituta ha dichiarato ai Pm: "L'onorevole in questione mi ha fornito una tessera di riconoscimento emessa dalla Camera dei Deputati per poter accedere a Montecitorio (!!!, ndr). È stato lui che mi ha portata a Montecitorio e me l'ha fatta fare. In effetti mi sono telefonicamente rallegrata che non l'avessi con me quando sono stata fermata dalla polizia, non facevo una bella figura che una persona che poteva accedere a Montecitorio si facesse le canne".

Il suo pusher di orologi e gioielli - stando alle fotografie e alle intercettazioni in mano alla Procura - è un noto ricettatore che opera nel napoletano. L'Onorevole è un patito di beni di lusso, ne acquista molti e ne regala altrettanti, in particolare Rolex, ma li dona senza confenzione e garanzia. Questi oggetti vengono dal mercato nero e sono stati quasi sicuramente rubati.

La procura di Napoli ha chiesto di poter arrestare quest'uomo. Il Parlamento non lo permetterà.

Ecco, questo è l'onorevole Alfonso Papa, ex magistrato, ora deputato Pdl. Ora, non sarà una "cancro della democrazia" come i Pubblici Ministeri milanesi che indagano sul Cavaliere, okei che da Berlusconi in poi ogni riferimento all'etica pubblica (articolo 54? pfuà) è inevitabilmente saltato ... ma per Dio ... non credete sia il caso che questo figuro venga immediatamente accompagnato alla porta, e messo fuori dai vertici istituzionali di questo Paese? Ma il Presidente del Consiglio, cosa dice? E vabbé, guardateli lì.




(fonte: Non Leggerlo)

venerdì 24 giugno 2011

No alla legge bavaglio

Ora il governo vuole riproporre le norme per far calare il silenzio sull'inchiesta P4 e impedire nuove indagini delle procure. Questo logo è il simbolo del no a questa decisione della maggioranza, per difendere la democrazia.

mercoledì 22 giugno 2011

Cos’è una rivoluzione, oggi?

Giusto, ha vinto internet. Ormai è banale dirlo ma queste tre elezioni (Milano, Napoli e i referendum) sono la data di nascita del “partito” nuovo, della nuova organizzazione di massa. Il “L’avevo detto” è irrefrenabile (penso al San Libero di dieci anni fa), ma in fondo è sciocco: non ci voleva granché per capire che cosa si stava preparando, bastava tenersi fuori dal ceto politico riconosciuto e, pagandone i prezzi, ragionare.

Hanno perso gli imprenditori. E’ dalla “Milano da bere”, dunque dagli anni Ottanta, che la politica si ufficializza sempre più in un pensiero: il Paese è un’azienda, le aziende lo compongono, e tutto il resto è contorno. Neanche il pensiero di Mao era stato così categorico e indiscusso.

I nuovi imprenditori italiani, in buona parte, sono stati – parlano i conti – la zavorra dell’economia italiana. Hanno rosicchiato un’industria faticosamente costruita negli anni duri, hanno mandato all’estero macchine e mercati, ci hanno trasformato – per pura avidità, senza accorgersene – un dignitoso paese industriale in un pastrocchio indefinibile fra postsovietico e terzo mondo. Le magnifiche sorti e progressive.

Abbiamo sfiorato il nazismo, in questi anni, e se ne leggeranno le cronache, anni dopo di noi, con un senso d’orrore.

* * *

In questo disastro, creato dai possidentes, imposto a colpi di tv e mafia dalla destra e vaselinato dai leghisti, le colpe della sinistra sono tremende. Il medioevo sociale di Berlusconi – precariato, privatizzazioni selvagge, università, scuola – è cominciato col centrosinistra, che di queste “riforme” andava fiero e orgoglioso.

Solo quando la gestione è passata alla destra, e le poche carote sono state sostituite dai bastoni, il centrosinistra (non tutto) ha cominciato ad accorgersi del danno fatto. La privatizzazione dell’acqua, ad esempio, nacque anche in Sicilia, con Bianco il “riformista”, e venne portata avanti da una lobby precisa dentro il Pds.

Adesso questo è finito, almeno ora. Bersani si è impegnato onestamente sui referendum, ha sostenuto a spada tratta posizioni che due anni fa avrebbero spaccato il partito, si è dimostrato coi suoi paciosi “ohè ragassi” un leader molto più serio e affidabile dei magniloquenti e catastrofici Veltroni e D’Alema.

Ma anche lui non osa prendere posizione sulla Fiat (qui ci si spaccherebbe davvero, con un Fassino che sta a Marchionne come una volta Cossutta a Breznev), persino dire “stiamo con gli operai” è troppo pericoloso, in un partito nato esattamente dagli operai della Fiat, cent’anni fa. E va bene.

Inutile piangere sul latte versato: meglio pensare che la sinistra ufficiale in questo momento è la meno peggio che si vede da molti anni, con ali ben distinte fra loro ma non nemiche, con personalismi assai forti (Vendola, Di Pietro, Grillo) ma tutto sommato controllabili, con una dura opposizione al governo attuale – non al sistema che l’ha prodotto – e con la vaga sensazione che forse privatizzazioni e precariato hanno qualche piccolo difetto.

Va bene, non si può chiedere troppo dalla vita: questo può darci oggi la “politica”, ed è già tanto.

* * *

Al resto, dobbiamo pensarci noi, con altri mezzi. Quali? Ohè ragassi, ma la rivolussione naturalmente!

Aaaargh! Nel duemila e passa! Queste parole orribili! Queste… queste cose selvagge e sanguinolente! Queste cose impossibili, fuori dal tempo!

Momento. Le rivoluzioni nel duemila si possono fare, e si fanno benissimo difatti. Vedi Egitto, vedi Tunisia e un pochino forse anche Milano. Le rivoluzioni oggi possono essere nonviolente (debbono esserlo, perché lo zar non ha più i cosacchi ma le televisioni) e non sono meno rivoluzionarie per questo (chiedetelo a Obama).

Rivoluzione vuol dire uscire coscientemente dal vecchio sistema e organizzarsi direttamente alla base, con sistemi nuovi. Discutere ma fare anche eventi di massa. Quali sono le bastiglie oggi? I palazzi d’inverno? Non hanno mura e cannoni, ma ci sono lo stesso; non più in una singola piazza, ma diffusi.

Quella dozzina di liceali che organizza la lotta per l’acqua, in un paesino della Sicilia, e solo dopo si rivolge (se si rivolge) ai partiti, è rivoluzionaria; e alla fine vince. Quel gruppo di studenti a Milano, che parla di informazione e, saltando i decenni, riparte da Giuseppe Fava, è rivoluzionario; altro che Vespa e Santoro. Quella ragazza sveglia, frequentatrice dei Siciliani anni ’90, che dopo anni organizza il primo sciopero degli immigrati, è rivoluzionaria.

Si unissero tutte queste forze fra loro, facessero corpo insieme, sprizzassero scintille: che cosa sarebbe questo, se non una rivoluzione?

* * *

C’è un unico ostacolo serio, ed è la nostra insufficienza. Insufficienza culturale, non di forze. Stiamo perdendo tempo, stiamo perdendo occasioni.

Ricordate com’è cresciuto Berlusconi? Con un progresso tecnico, l’emittenza locale. E’ là che – per colpa nostra – ci ha battuto. Eravamo molto più forti di lui, negli anni Settanta, in questo campo. Duecentocinquantatrè radio libere di sinistra (una era quella di Peppino) e mezza dozzina di tv. Queste sono state date via perché tanto c’era già il nostro spazio Rai. Quelle non riuscivano mai a coordinarsi fra loro, neanche per un momento, e passavano il tempo a giocare a “rradio-rrossa-alternativa”. Intanto Berlusconi macinava.

E’ quel che sta succedendo oggigiorno. Abbiamo scoperto l’internet, ci abbiamo galoppato come i Sioux delle praterie. Ma gli altri lo colonizzano, in compagnie e reggimenti e con l’artiglieria. E noi continuiamo a galoppare, ognuno nella sua valle, allegramente.

* * *

Su che cosa sarà il prossimo referendum (è ovvio che bisogna farlo)? Sul precariato, per caso? Ci saranno elezioni? Quando ci faranno votare? L’accordo Confindustria-Tremonti sostituirà Berlusconi, o ci sarà spazio per una soluzione “milanese”?

La Lega sparerà, o si limiterà alle parole? Noi saremo un “partito”, o solo un’occasionale massa elettorale?

Quante domande, che un mese fa non esistevano… Il mondo va assai di fretta di questi tempi. Non restiamo a guardare.

Gli stiamo a spaccà il culo.

Dalle carte del procedimento P4 emerge anche una indagine del pm di Napoli Catello Maresca, nella quale “ i rapporti tra il Bisignani e Mauro Masi sono stati già stati evidenziati”.
Da incorniciare l’intercettazione del 14 gennaio in cui Masi è trionfante convinto di essere riuscito a fare fuori Santoro. A rileggerla oggi è un pezzo di commedia all’italiana pura. Ecco il testo:


Masi: No. Ma che. sta in fuga. I miei brindano. Cioè. Questo non va dalgiudice, va all'arbitrato. Abbiamo vinto è morto.


Bisignani: L'arbitrato come ...
Masi: ma li . Ma tu scherzi. Per tutta la vita vuol'andà dal giudice. Dal giudice. L'arbitrato. Perché significa che gli hanno detto che dai giudici prende le botte. Santoro è in fuga. Il mio avvocaio Roberto Pesce sta brindando.
Bisignani: Poi ‘sta cosa della raccolta di firme?
Masi: Ah .. è l’ennesima volta che l'ha fatto. L'ha fatta sul ponte del Benega (sembra dire). Sono ‘na pippa. Le pippe di Sanloro ... E' ‘na stronzata. La verità vera è che in fuga. Santoro è in fuga. Come lo sborrone, vo-leva rompere il culo a tutti, va all'arbitrato. A parte il fatto che posso decidere io domani mattina, ....vab-buò, Santoro in fuga. Se ti da qualche segnale ..
Bisignani: Ok.
Masi: Ma vedrai che Santoro In fuga, questo è. Per la prima volta .. Gigi. Grande figura. dai retta a Mauro.
Bisignani: Ma che ... Ma scherzi.
Masi: Gli stiamo a spaccà il culo.
Bisignani: Eh ..
Masi: so’ arrapato come una bestia.

Tre mesi dopo Mauro Masi lascerà la Rai per andare a dirigere la Consap.


(fonte: Il Fatto Quotidiano)

domenica 19 giugno 2011

In sintesi...


Che cosa è accaduto a Pontida? Un cazzo. Anzi, un casso. Come qui previsto. Sorry, ladies and gentlemen.


***

Ma davvero c’è ancora qualcuno in giro che conta su quelli che invocano la “Padania bianca e cristiana” per far cadere il Cavaliere?
D’accordo, fa piacere che il Partito delle Teste Molto Chiuse litighi con il Partito dei Faccendieri Avidi, ma fa piacere solo in quanto fanno schifo nello stesso modo: ed entrambi appartengono a un passato di cui prima ci liberiamo, meglio sta questo benedetto Paese.
Insomma ha ragione Berlusconi quando dice che Pdl e Lega non hanno alternativa ad allearsi tra loro: quale altro politico o partito sano di mente e di morale si prenderebbe come alleato uno qualsiasi di due così?

(fonte: Alessandro Giglioli)

Se fosse solo un brutto film, saremmo in un paese normale. Invece è il solito inconcludente penultimatum per gonzi.

Io ho viste cose, che voi italiani non potete nemmeno immaginare. Ho seguito per voi #Pontida 2011, culi in fiamme al largo dei bastioni bergamaschi, ettolitri di cabernet a riempire vuoti politici e concettuali, porcate sceniche ed istituzionali


Ho visto uomini adulti vestiti da vichinghi, ho visto casalinghe guerriere munite di cornamusa pogare durante il "Va' Pensiero", e commuoversi tra i fotogrammi di "Braveheart", sparati su maxischermo.


Ho visto il delirio di un Ministro dell'Interno (lui era quello "serio") di un grande Paese Occidentale: "Sogno una Padania libera ed indipendenteee!".


Ho visto i membri dell'Establishment leghista parlare come fossero Vietkong arroccati tra le montagne dell'alto Friuli. Per cortesia, avvertiteli!, che al Governo, da una decina d'anni, ci sono loro.



Ho visto Renzo Bossi incitare la folla, vestito da ciclista, tutto attillato e con la panza, consapevole della propria importanza.

Ho visto la sconfitta del Senatur: "Il Nord Italia è stato invaso dalla Mafia". E peggio ancora, durante quelle parole, ho visto le risa e gli applausi dei Ministri, Governatori, Sindaci e Presidenti di Provincia che da 20 anni amministrano quelle zone.

Ho visto migliaia di cittadini devastati dalla piaga dellasalsiccia, bersi con voracità le panzane del loro Capo, del tipo "Noi ci siamo mossi in questi anni, siete voi che non ci avete visti".


Ho visto targhe commemorative di Ministeri virtualmente spostati nel tempo e nello spazio, ho visto fogli di raccolte-firme così importanti che riempiranno i cessi pubblici di tutto il Triveneto per almeno un paio di settimane.


Ho visto un uomo di Governo, Roberto Castelli, vantarsi delle proprie "origini celtiche". Ho visto barbari filoborgheziani desiderosi di trovarsi faccia a faccia con il Premier, per potergli mostrare gli usi alternativi dell'ampolla lombarda, ho visto nonne schiette e sincere, che il Presidente del Consiglio può tranquillamente "andarsene affanculo".


Ho visto i vertici istituzionali italiani esprimersi con termini che farebbero rabbrividire gli adolescenti più irrequieti dell'estrema periferia padovana. Ho visto Matteo Salvini - vicesindaco mancato - muoversi nel suo habitat naturale, tra troll altoatesini ed ultras diffidati, con rutto pronto e coro sempre in canna.


Ho visto cavalieri templari sbronzi inneggiare alla secessione, ho visto highlander finto-scozzesi distribuirevolantini pieni di nuovi obiettivi politici che mai verranno raggiunti, e che se anche non verranno raggiunti, vabbé, fa lo stesso.


Ho visto un Leader gravemente malato, un Ministro della Repubblica che ha perso ogni credibilità, che non sa più nemmeno parlare alla sua gente, e che pensa di recuperare il consenso perduto impuntandosi su "mucche", "vacche", "equitalia", "ministeri a Monza" e "giornalisti stronzi".


Ho visto un Partito che oggi avrebbe dovuto staccare la spina, ma che non può farlo, perché altrimenti - sono loro stessi ad annunciarlo alla folla! - "al Governo non ci torniamo più".


Ho visto gli elettori, un po' seccati ma non abbastanza, delusi ma contenti, fottuti ma festanti, a cui probabilmente non sono bastati 18 anni di scemenze, e promesse mancate.


Ho visto una Classe Dirigente spompata, più imbarazzante che delirante, che non ha più nulla da dire, che oggi avrebbe dovuto svoltare, e che ha finito per farsi il funerale.

(fonte: Non Leggerlo)

sabato 18 giugno 2011

Riso amaro (speriamo per poco):Charlie Brooker fa a pezzi Berlusconi.

In 4 minuti scarsi, il comico e giornalista britannico Charlie Brooker dipinge un quadro desolante delle vicende giudiziarie che hanno travolto il nostro premier e non solo. Da non perdere.
Traduzione a cura di ComedySubs (www.comedysubs.org)


(fonte: Il Fatto Quotidiano)

venerdì 17 giugno 2011



Per la copertina di questa settimana, Internazionale aveva preparato uno spot radiofonico. Nella prima versione una voce leggeva il titolo di copertina “L’uomo che ha fottuto un intero paese” e poi spiegava che si trattava dello speciale dell’Economist sull’Italia.

La Rai si è rifiutata di mandarlo in onda. Hanno detto che per un regolamento interno dell’azienda la Rai non può trasmettere spot che contengono giudizi negativi su personaggi pubblici. Allora Internazionale ha cambiato lo spot, mettendo un bip al posto del giudizio negativo. Ma la Rai ha rifiutato anche questa versione. Se volete ascoltarla, eccola qui:


(fonte: Internazionale,Valigia Blu,La dignità dei giornalisti)

giovedì 16 giugno 2011

DIRITTO D'AUTORE. Pena di morte digitale L'Agcom minaccia la libertà del web, ma la Rete non lo sa.


Giovedì, 16 Giugno 2011. Fabio Chiusi

I critici non hanno dubbi. La bozza della delibera (la 668/2010) dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è una mina da disinnescare al più presto, perché mette a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di siti.
«È la più forte minaccia alla libertà di espressione in Rete che sia mai stata fatta in Italia», sostiene Fulvio Sarzana, avvocato e curatore del Libro bianco su diritti d'autore e diritti fondamentali nella Rete internet. Per Sarzana, infatti, la bozza della delibera potrebbe «decretare la pena di morte digitale di centinaia di migliaia di siti».

TESTO DEFINITIVO ENTRO FINE MESE.
La versione provvisoria del regolamento è stata rilasciata a dicembre 2010, e al momento non vi sono indicazioni ufficiali sull'approvazione di un testo definitivo. Ma secondo le fonti di Lettera43.it, è lecito ipotizzare la presentazione del progetto compiuto entro fine giugno.
Un rapido passaggio in consiglio di amministrazione Agcom, la pubblicazione entro 60 giorni in Gazzetta ufficiale e il testo sarà in vigore. «Cioè verso Ferragosto», ironizza Marco Scialdone, uno degli avvocati che ha proposto l'appello all'Authority «affinché effettui una moratoria sulla nuova regolamentazione sul diritto d'autore», come recita il testo consultabile su Sitononraggiungibile.e-policy.it.
La procedura della rimozione dei contenuti

Il nome del sito non è stato scelto a caso. Perché i siti potrebbero essere resi non raggiungibili tramite un sistema di cancellazione e inibizione degli indirizzi anche solo «sospettati», accusano i detrattori, di violare il diritto d'autore. Una procedura che, in gergo, si chiama notice and take down.
Secondo la delibera Agcom, se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione di copyright su un qualunque sito (senza distinzione tra portali, banche dati, siti privati, blog, a scopo di lucro o meno) può chiederne la rimozione al gestore. Che, «se la richiesta apparisse fondata», avrebbe 48 ore di tempo dalla ricezione per adempiere.

CINQUE GIORNI PER IL CONTRADDITTORIO.
Se ciò non dovesse avvenire, il richiedente potrebbe, secondo la delibera ancora in bozza, rivolgersi all'Authority che «effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni», comunicandone l'avvio al gestore del sito o del servizio di hosting. E in caso di esito negativo, l'Agcom potrebbe disporre la rimozione dei contenuti.
Per i siti esteri, «in casi estremi e previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web», prosegue l'allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora per i casi di pedopornografia».
«Ma la competenza è dell'autorità giudiziaria»

Tutto chiaro? Niente affatto. I critici, infatti ritengono che l'Authority rischia di finire travolta dalle segnalazioni. La richiesta di moratoria promossa da Adiconsum, Agorà digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio e dallo studio legale Sarzana, è poi chiara su un'altra criticità: «L'intera procedura» si svolge «senza alcuna forma di consultazione o interazione con l'Autorità giudiziaria».

UNA DELIBERA ANTICOSTITUZIONALE.
Violando così, attacca Sarzana, «i principi costituzionali di riparto dei poteri, perché l'Agcom interverrebbe in un settore riservato da un lato al parlamento», cioè introducendo «nuove forme di repressione delle violazioni del diritto d'autore, «e dall'altro all'ambito giudiziario».
Solo a quest'ultimo, argomenta l'avvocato, e non all'Authority, spetta decidere come un soggetto possa essere chiamato a rispondere di violazioni del copyright. Per questo i detrattori della delibera affermano che sia sufficiente il «sospetto» di una violazione: «Perché non si capisce chi giudica», afferma Scialdone, «e se il giudizio sia sommario e quantitativo oppure sia necessario che un determinato sito sia integralmente in violazione del diritto d'autore».

DAL DIRITTO D'AUTORE ALLA CENSURA.
Incostituzionale, dunque, e tanto più grave quanto si ricorda, come fa Scialdone, che «l'Agcom è una autorità nominata dal parlamento, ed è dunque espressione di una autorità politica». Insomma, l'impressione è che il diritto d'autore «sia usato come grimaldello», dice Sarzana, per censurare contenuti scomodi.
Del resto, che si tratti di una vicenda eminentemente politica si deduce dal fatto che il suo originario relatore, il consigliere Nicola D'Angelo, è stato rimosso per aver manifestato delle perplessità. E sostituito da Sebastiano Sortino, ex presidente della Federazione italiana editori giornali (Fieg). Senza contare che la delibera è di fatto una costola del criticatissimo decreto Romani, che reca la firma dell'attuale ministro dello Sviluppo economico.
È forte, dunque, la sensazione che il provvedimento abbia un preciso mandante politico: il governo in carica. E che quest'ultimo, a sua volta, sia stato fortemente influenzato dalle richieste dell'industria dell'intrattenimento.
«Meno accesso per i cittadini a risorse estere»

Ma le critiche si concentrano sulle conseguenze di una simile normativa per i cittadini. «A parte l'equiparazione, molto sciocca, tra diritto d'autore e pedofilia», attacca Sarzana, «l'effetto è impedire ai cittadini italiani di avere accesso a determinate risorse estere». E «senza che lo sappiano», aggiunge.
L'avvocato ricorre a una metafora: «È come se entrassero in una biblioteca e scoprissero che mancano alcuni libri. Al loro posto, un cartello con scritto: 'Qualcuno si è lamentato che questo libro violava i diritti d'autore e non c'è più'».

OBIETTIVO: ARGINARE I DOWNLOAD.
La conseguenza è chiara: «Si sta isolando il nostro Paese, e tutto questo per chiudere quattro o cinque siti». Le associazioni annunciano ricorso al Tar non appena il testo definitivo della delibera sarà approvato.
Su Avaaz.org le firme raccolte per chiedere all'Agcom di «rimettere la questione al parlamento, come prevede la nostra Costituzione», sono 64.500. Eppure la mobilitazione in Rete e da parte delle opposizioni è stata sommessa rispetto alle levate di scudi contro il comma «ammazza-blog» del disegno di legge Alfano, il decreto Pisanu (che limitava la diffusione del Wi-fi libero) e lo stesso decreto Romani.
Come mai? «L'obiettivo è evitare che la gente scarichi musica e film da Internet», risponde Sarzana, «e chi vuole raggiungerlo è molto forte. In termini di potere e di voti di determinate categorie, interessa non solo a chi è al governo».

IL PLACET DI FINI. 
Intanto il cammino della delibera prosegue indisturbato, con il placet di Fimi, Confindustria cultura e del presidente Agcom, Corrado Calabrò. E perfino del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Che, dopo aver definito internet «strumento di democrazia» e difeso la libertà di espressione sul web, introducendo la relazione dell'Authority alla Camera, si è limitato ad affermare che la riforma complessiva del diritto d'autore spetta al parlamento, anche se per il momento l'Agcom è autorizzata a proseguire il lavoro.
La replica: «Propaganda e disinformazione»

I commissari Agcom Stefano Martusciello e Stefano Mannoni, in un intervento su Milano Finanza, hanno replicato definendo i critici delle delibera degli «arruffapopolo che indulgono in tirate di propaganda e disinformazione» che hanno prodotto «una sbornia di demagogia e di pressappochismo». Aggiugendo, inoltre, di essere al contrario al lavoro per «impedire» che il web diventi un «laboratorio» per la censura.

PER I COMMISSARI AGCOM, ARGOMENTAZIONI DEBOLI.
«Sarebbe davvero curioso», hanno proseguito, «che una conquista della modernità giuridica, alla base della fortuna e dell'economia e dell'inventiva europea fosse ipotecata a cuor leggero in nome di una chiamata alle armi dei moderni pirati dei Caraibi». E le critiche? «Gli argomenti farebbero arrossire uno studente al secondo anno di Giurisprudenza».
Quanto al merito delle critiche, Martusciello e Mannoni credono che «la riserva di legge sia pienamente rispettata da un quadro di fonti che conferisce all'autorità amministrativa ampio titolo per adottare provvedimenti inibitori efficace». Inoltre, secondo i commissari «la riserva di giurisdizione sia rispettata dalla possibilità di chiunque di impugnare i provvedimenti davanti al giudice amministrativo».

(fonte: Lettera43)

Se fingessimo di volerli linciare?


Troppo facile prendersela con quel deficiente di brunetta, anche perché è stato fatto ministro appositamente per essere odiato. Lo tengono in una cuccia, e lo fanno uscire solo quando deve andare in mezzo alla gente a cagar per strada ed abbaiare, rendendosi più odioso di uno yorkshire nevrotico. È il suo ruolo istituzionale digrignare i denti, insultare e oltraggiare. Troppo semplice persino sfotterlo uno così, che credo sia stato il motivo scatenante per l’avvento del bullismo nelle scuole. Insomma, chi, avendo un compagno di scuola tanto odioso non lo avrebbe menato a prescindere?

Anche questa volta gli hanno aperto la gabbia, con l’intento di farci dimenticare che sebbene abbiano perso le elezioni, sebbene il referendum sia stato un voto politico, un messaggio che diceva a voce alta: “Ve ne dovete andare”, loro non avevano nessuna intenzione di mollare la presa. Ed eccolo là, in cerca di telecamere per poter abbaiare e cagare per strada, sprezzante come sempre, come quando ci mandò a morire ammazzati, come quando descrisse tutta una categoria di lavoratori “fannulloni”.

Lo fa bene il suo dovere, abbaia, si dimena, insulta, oltraggia e riesce finalmente a mobilitare tutti contro di lui, mentre la BCE non ci sta ad essere presa in giro da tremonti che in tre anni non ha fatto altro di dire che “ha delle idee”, mentre la magistratura mette le mani sugli aggiornamenti della P2, che è arrivata già alla sua versione numero 4 sempre con gli stessi criminali al seguito, mentre si sospetta della correttezza degli appalti truccati dalla Presidenza del Consiglio (ma va?), mentre il padrino piange perché non ci sta ad essere condannato per risarcire il furto della Mondadori, mentre molte Regioni italiane non riescono più ad assicurare l’assistenza sanitaria ai cittadini, mentre il Consiglio di Stato continua a sanzionare il ministero per l’istruzione che fallirà per tutti i risarcimenti che deve (e che comunque pagheremo noi), mentre gli ultimi pezzi dello stato, sono diventati moneta da baratto per evitare i processi di un criminale.

Pensavo così che forse anche per noi è giunto il momento di cambiare strategia: “Se provassimo almeno a fare finta di volerli linciare?” Perché va bene, lo ammetto, ho passato proprio una bella serata ad inventarmi caustiche battute su brunetta che è solo una merda, ma non è utile a nulla se non al mio umore. Per carità, poi resto non violenta e anche un po’ schizzinosa, quindi toccarlo mi verrebbe davvero male, ma che ne so? Rispedirlo al mittente con una cassetta di frutta infilata in testa – ma dal fondo - ?

L’unico referendum intelligente che si dovrebbe portare alle urne è quello che finalmente vengano abolite le scorte per queste merde. Riportarli nella realtà delle cose, farli viaggiare in treno o in autobus, a piedi per le strade piene di gente che nemmeno trova da andare a caricare cassette di frutta, di precari che hanno perso la voglia di sorridere, di gente spaventata perché non può curarsi. Che passino a piedi, e da soli, accanto alle file delle mense dei poveri, dove a volte ci sono anche i precari, che provino ad avere il coraggio delle proprie azioni. Io credo che non ci sarebbe altro modo per riavere indietro un po’ di rispetto se non ricondurli alla normalità.

Se ne andrebbero di filato, e con la coda tra le gambe.

(fonte: Rita Pani)

lunedì 13 giugno 2011

Siate sinceri. Voi vi sentite migliori o peggiori di queste persone?


“Non più lì (ad Arcore) ma nell’altra villa (Gernetto, ndr). Tutto come prima, non è cambiato un cazzo. Stessi attori, stesso film, proiettato in un cinema diverso. Come prima, più di prima. Stesso gruppo, qualche new entry, ma la base del film è uguale”. Flavio Briatore si sfoga così con Daniela Santanché. Il film di cui parla è il bunga bunga del premier. Perché Silvio Berlusconi non ha mai smesso di farsi organizzare i festini da Lele Mora. Ed è proprio l’agente dei vip che va a trovare l’ex manager della Formula Uno a Cuneo per sfogarsi. “E’ stato da me due ore, mi fa pena mi ha detto ‘tutto continua come nulla fosse’”, racconta Briatore a Santanché, amica e socia.


Quanto anticipato dal Fatto Quotidiano trova così conferma. Il sottosegretario si preoccupa e la conversazione (intercettata due mesi fa e pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica) si trasforma in una sorta di testimonianza utile ai pm di Milano titolari dell’inchiesta sul cosiddetto Ruby gate. Perché Briatore è uno dei testimoni nominati dal premier per la sua difesa. Un amico, che racconta come i festini siano in realtà cene serie. Al telefono invece Briatore dice tutt’altro. “Veronica (Lario, ndr) ha ragione, è malato”. “E’ malato Dani, il suo piacere è vedere queste qui stanche che vanno via da lui. Dopo ‘due botte’ cominciano a dire che sono stanche, che le ha rovinate”, racconta Briatore. “Io sono senza parole”, risponde Santanché. “Ti rendi conto? E che cosa si può fare?” chiede. E Briatore: “Dani, io ti dico un’altra roba. Se il presidente continua a fare che cosa fa…. siamo nelle mani di Dio qui. Perché ieri sera, l’altra sera, ho saputo che c’era stata un’altra grande festa lì… (…) Ha ragione Veronica, è malato. Perché uno normale non fa ‘ste robe qui. Adesso Lele, che gli continua a portare, a organizzare questo, è persino in imbarazzo lui. E dice: ‘Ma io che cazzo devo fare?’”. Santanché sempra preoccupata: “Ma allora qui crolla tutto”. E l’ex managar conferma: “Daniela, qui parliamo di problemi veramente seri di un Paese che deve essere riformato. Se io fossi al suo posto non dormirei la notte. Ma non per le troie. Non dormirei per la situazione che c’è in Italia. (…) Poi la gente comincia veramente a tirare le monete”. Santanché concorda: “Stanno già tirando”.


Però il sottosegretario è comunque soddisfatta del rilievo che ha conquistato nel partito. E racconta all’amico: “Berlusconi ha fatto fare a me l’accordo. Ho fatto l’accordo con Masi, e quindi tra il 7 e il 9 aprile viene nominata Lei, perché sai, una mia carissima amica”.


La telefonata è stata intercettata dalla procura di Genova ed è molto probabilmente destinata a finire nei faldoni del processo milanese a carico del Presidente del Consiglio. Il telefono di Briatore è finito sotto controllo della Guardia di Finanza perché è accusato d’evasione fiscale per il suo yacht che non paga le tasse italiane ed è registrato nel paradiso fiscale delle isole Cayman. Con questa intercettazione oltre alla posizione del premier potrebbe aggravarsi anche quella di Emilio Fede.


Stando a quanto racconta l’ex manager a Santanché, Lele Mora gli ha spiegato bene la situazione del direttore del Tg4. Riporta Briatore: “Quella roba di Fede, è indecente. Non ha più parlato con il presidente e sembra che abbia comprato casa alla Zardo, pensa che deficiente”, dice al sottosegretario. Manuela Zardo è un’amica di Fede coinvolta in un’inchiesta sulla prostituzione.


“Mora era in estrema difficoltà e Fede gli ha preso il cinquanta per cento dei soldi” del prestito che Berlusconi aveva fatto all’agente dei vip. “E poi (Fede, ndr) è andato a dire al presidente: ‘Erano i soldi che gli ho prestato’. Invece non è vero, figlio di puttana’”. Lapidaria la Santanché: “Che gentaglia”.

mercoledì 8 giugno 2011

Comici? Svegliatevi, vi hanno rubato un'altra idea.

Ecco i presenti al vertice della maggioranza, per decidere le sorti del Paese:




(fonte: Non Leggerlo)

Per cosa voteremo il 12 e 13 giugno.


Fanno benissimo, credo, i giornalisti e i blogger che in questi giorni spiegano i testi dei quesiti referendari. E’ giusto infatti che per quanto possibile si sappia, nello specifico di legge, che cosa potrebbe cambiare per quanto riguarda le norme sulle centrali nucleari, sulla distribuzione dell’acqua e sul legittimo impedimento.

Però, però.

Però sarebbe un po’ riduttivo rinchiudere gli effetti dei referendum nelle loro technicalities. Perché non è così, non è mai stato così. La consultazione sul divorzio del 1974 non ha solo permesso agli italiani di risposarsi dopo un matrimonio fallito: ha messo alle spalle l’Italia bigotta del Dopoguerra, ha portato al nuovo diritto di famiglia del 1975, alla legge 194 sull’aborto del 1978, allo stupro non più come reato contro la morale bensì contro la persona nel 1996. Per dire. E senza il referendum sulla preferenza unica del 1991 non ci sarebbe stata Mani Pulite un anno dopo.

Insomma, credo che sia giusto – nel votare – fare un po’ un “balance” tra il loro effetto tecnico e il loro effetto politico.

Il voto sull’acqua, ad esempio, non riguarda soltanto il destino degli Ambiti Territoriali Ottimali o lo scioglimento delle società miste che gestiscono le risorse idriche. Un eventuale doppio Sì sull’acqua vuol dire anche che gli italiani non credono all’iperliberismo come pensiero unico dominante, non credono che tutto nella vita debba essere fonte di profitto, non credono che necessariamente i privati sappiano organizzare meglio del pubblico i servizi essenziali per il cittadino. E’ così, piaccia o no: è un segnale politico a favore o contro il mantra thatcheriano che ci accompagna da venti e passa anni.

Il voto sul nucleare, poi, da un punto di vista tecnico «non cancellerà per sempre la possibilità di costruire impianti di generazione elettrica basati sulla fissione nucleare», come sostiene Marco Cattaneo, ma non credo che vi siano dubbi che sarebbe un voto contro le centrali atomiche – e (se vincessero i Sì) un messaggio sulla questione perfino più forte di quello mandato dagli elettori nel 1987. Nasconderselo sarebbe un filo ipocrita, credo. Secondo me sarebbe anche un messaggio forte su altro, ad esempio sulle rinnovabili e sulla green economy: ambiti nei quali il governo italiano brilla per assenza se non boicottaggio, e con cui invece un’eventuale vittoria dei Sì, almeno sul medio lungo termine, costringerebbe a fare i conti.

Quello sul Legittimo Impedimento, infine, cosa sarebbe? Anche qui, inutile nascondersi dietro a un dito. Sarebbe un messaggio forte a Berlusconi – e alla classe politica in generale – per dire che la legge è uguale per tutti, che la magistratura si rispetta, che ci si difende nei processi e non dai processi. Sarebbe anche un ‘non provateci neppure a rimettere l’immunità parlamentare’ come prima, ad esempio; e già che ci siete dimenticatevi pure il Lodo Alfano costituzionale. Mica poco.

Questo, anche questo, è quello che decideremo il 12 e il 13 giugno.

Poi va benissimo decriptare i quesiti riga per riga e – lo ripeto a scanso di equivoci – è importante anche conoscerne le technicalities. Ma se ci si ferma qui, intendo dire solo qui, se ne rischia di fare una lettura un po’ ragionieristica e piccina. Una lettura che non tiene conto dello spirito del tempo: che è fondamentale per il nostro futuro e può andare, appunto, da una parte o dall’altra.

domenica 5 giugno 2011

All'Italia mazzette sull'atomo



L'allerta diventa massima nel 2008, quando Berlusconi assicura agli Usa che stavolta il suo esecutivo "rilancia sul serio il settore. Se andranno davvero avanti, ci saranno contratti per decine di miliardi". Con una minaccia: "Vediamo già un'azione di lobbying ad alto livello da parte dei leader del governo inglese, francese e russo". I colloqui con il consigliere diplomatico del ministro Claudio Scajola, Daniele Mancini, "suggeriscono che i francesi e i russi stanno già manovrando e facendo lobbying per i contratti". Ed ecco la previsione: "La corruzione è pervasiva in Italia e temiamo che potrebbe essere uno dei fattori che dovremo affrontare andando avanti". L'avversario è Parigi, che può sfruttare gli intrecci economici tra Enel ed Edf per stendere la sua trama. "Temiamo che i francesi abbiano una corsia preferenziale a causa della loro azione di lobbying ai più alti livelli e a causa del fatto che le compagnie che probabilmente costruiranno gli impianti in Italia hanno tutte un qualche tipo di French connection. Continueremo i nostri energici sforzi per garantire che le aziende americane abbiano una giusta chance".

Pochi mesi dopo i francesi danno scacco: Sarkozy e il Cavaliere firmano l'accordo che assegna ad Areva la costruzione di quattro reattori modello Epr in Italia. Siamo a febbraio 2009, la diplomazia statunitense vuole impedire che il successo di Parigi si trasformi in scacco matto. E intensifica gli sforzi per occupare gli spazi rimasti, ossia la fornitura di almeno altre due centrali. A maggio arriva a Roma il Mister Energia di Obama, Steven Chu.

L'ambasciata lo mette in guardia: "L'intensa pressione dei francesi, che forse comprende tangenti ("corruption payment") a funzionari del governo italiano, ha aperto la strada all'accordo di febbraio tra le aziende parastatali italiana e francese, Enel e Edf, in modo da formare un consorzio al 50 per cento per costruire centrali in Italia e altrove. L'intesa prevede la costruzione di quattro reattori dell'Areva entro il 2020 e, cosa ancora più preoccupante, può imporre quella francese come tecnologia standard per il ritorno dell'Italia al nucleare".

Gli americani ipotizzano che dietro la scelta degli standard a cui affideremo il nostro futuro e la sicurezza del Paese ci possano essere state bustarelle. E chiedono al ministro per l'Energia: "Dovrebbe far presente che abbiamo preoccupanti indicazioni del fatto che alle aziende americane sarà ingiustamente negata l'opportunità di partecipare a questo programma multimiliardario". L'ambasciata è molto decisa nel delineare un contesto di scorrettezza. Il promemoria scritto da Elizabeth Dibble, all'epoca reggente della sede di Roma oggi diventata consigliera di Hillary Clinton, insiste: "E' anche molto importante che ricordi al governo italiano che ci aspettiamo pari opportunità per le nostre aziende, visto quello che abbiamo notato fino a oggi nel processo di selezione".

RUSSIA? NO GRAZIE.
Alla fine del 2008 gli Usa ritengono che Berlusconi stia per annunciare un accordo per il nucleare anche con Mosca. Ma uno degli uomini chiave del ministero dello Sviluppo Economico, Sergio Garribba, rassicura gli americani e "ridendo" spiega la reale natura della collaborazione atomica con i russi: "E' una barzelletta, solo pubbliche relazioni". L'ambasciata scrive che l'alto funzionario "probabilmente ha ragione: gli italiani nel 1987 hanno chiuso il loro programma in risposta a Chernobyl...". Ma non si fidano completamente "visti gli stretti rapporti tra Berlusconi e Putin". E temono che comunque la coalizione tra Eni e Gazprom per il gas, che alimenta anche le centrali elettriche, si trasformerà in un muro per ostacolare il nucleare. "Si dice che l'Eni stia facendo una dura azione di lobbying contro la riapertura della partita da parte di Enel", registra nel 2005 l'ambasciatore Sembler, "perché ridurrebbe sia il mercato di Eni che la sua influenza politica". Anche se le resistenze più forti verranno dal nimby, l'opposizione delle comunità locali ai nuovi reattori. "L'Italia è una penisola lunga e stretta, con una spina dorsale di catene montuose e con coste densamente popolate. Il numero dei siti dove costruire impianti è limitato... Se continua a decentralizzare i poteri alle regioni attraverso le riforme costituzionali - sostengono i nostri contatti - un revival nucleare sarà veramente improbabile". Forse per questo, in tempi più recenti, l'ambasciata "programma" di contattare anche il leghista Andrea Gibelli, che presiede la commissione Attività produttive della Camera.

(fonte: L'Espresso)

venerdì 3 giugno 2011

Ops...mi è scappato un batterio



In Germania sembra esserci al momento una forte epidemia letale dovuta al batterio Escherichia Coli. È un ceppo molto virulento e, secondo alcuni dottori e ricercatori, il più virulento mai riscontrato. 

Helge Karch, il direttore del laboratorio d’analisi sull’EHEC all’Ospedale Universitario di Münster nell’ovest della Germania, ha dedicato quasi una vita intera alla ricerca del batterio EHEC:
 Non ho mai visto niente del genere".
Il batterio con cui si ha a che fare in Germania è un ceppo entero-emorragico del batterio Escherichia coli (EHEC), un parente stretto dell’inoffensivo batterio intestinale, ma è quello che produce la pericolosa tossina Shiga. Si sta parlando di circa 100 batteri – e non sono molti, visto che di solito si contano a milioni - a essere diventato infetto. Dopo un periodo di incubazione che va dai due ai dieci giorni, i pazienti manifestano una diarrea acquosa o sanguinolenta.

Gli studiosi sono anche preoccupati del PERCHÉ il batterio non colpisca i bambini come invece fa con gli adulti. Forse il batterio colpisce solo una certa fascia della popolazione.
Un estratto da un articolo di Der Spiegel:
Nell’email Karch riflette sul perché la malattia non viene contratta dai bambini, ossia la normalità, ma solo dagli adulti. E perché l’infezione stia colpendo così duramente in Germania, tanto che le strutture per la dialisi in parecchi ospedali sono ormai piene?
E la "causa" di questo fenomeno sembra essere attribuita ai cocomeri spagnoli???
Ancora un estratto dal New York Times:
BERLINO – Un inconsueto ceppo letale del batterio E. coli ha infettato più di 1.500 persone in Germania, mettendo in apprensione i funzionari del ministero della Salute, devastando il settore agricolo spagnolo e diffondendo il panico in tutt'Europa dove la gente si chiede se sia sicuro cibarsi di verdure.
Gli scienziati non sono ancora in grado di spiegare il perché questo piccolo organismo sconosciuto, identificato come E. coli 0104:H4, sia così virulento.
Qui invece da Yahoo News:
"L'epidemia di E. Coli che ha colpito 1.000 persone e ne ha uccise finora 16 nella Germania settentrionale costituisce uno dei ceppi patologici più rari che siano noti alla scienza.L'epidemia è già stata riconosciuta essere al momento la più grave e, non avendo identificato ciò che l'ha generata, è probabile che si diffonda sempre di più."
È stato anche osservato che questo batterio E. Coli produce sintomi e reazioni terribili e davvero inusuali.
E la cosa più strana, secondo Rolf Stahl, è come cambia l'atteggiamento dei pazienti.
Il loro stato di coscienza è annebbiato, hanno problemi nel trovare le parole e non sanno in che posto si trovano", ci dice Stahl. E poi c'è quest'aggressività inspiegabile: "Abbiamo a che fare con un quadro clinico completamente nuovo.
C'è da dire che sono stati realizzati dei test che hanno usato l'E. coli come ARMA BIOLOGICA.
Anche se la malleabilità dello specifico materiale dell'E. Coli lo rende un batterio adatto alle ricerche sulla genetica, questa stessa malleabilità lo può trasformare in un agente biologico potenzialmente letale. 
Alla fine degli anni '80, alcuni scienziati statunitensi hanno inserito nel batterio dell'E. coli
 i geni che producono la proteina letale nell'antrace.
Nell'E. Coli il gene era attivo e produceva le stesse proteine mortali dell'antrace.
Il programma di sviluppo di armi biologiche iracheno dimostrò un certo interesse nella possibilità di utilizzo del batterio alterato dell'E. coli come agente biologico e sono state segnalate spedizioni di E. coli dagli Stati Uniti all'Iraq."
Un estratto dal Daily Mail:
Sono stati rivelati test segreti sulle “armi biologiche” nel Regno Unito.
Alcuni documenti hanno oggi rilevato che gli scienziati della Difesa hanno segretamente testato il batterio dell'E. coli per un possibile suo utilizzo come arma biologica in due diverse città britanniche.
Gli esperimenti sono descritti in dettaglio in un report del 1966 del Ministero della Difesa alMicrobiological Research Establishment di Porton Down nello Wiltshire.
È stato oggi per la prima volta rilasciato al pubblico dagli Archivi Nazionali situati a Kew, nella parte sud-occidentale di Londra.
Il documento parla della "produzione di micro-organismi come strumenti bellici", indicando che "l'eccellente qualità e riproducibilità" dell'E. coli ha suggerito che possano essere raggiunti "risultati ampiamente soddisfacenti".
I test furono realizzati per stabilire come il batterio possa sopravvivere nelle differenti condizioni climatiche e atmosferiche.
Porton Down è già stato al centro di una controversia per i suoi test di prodotti chimici sull'uomo negli anni '50.
Quindi si tratta di una cosa già vista. E allora dobbiamo tenere a mente ciò che ha pubblicato Der Spiegel:
Giovedì il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ha riportato che Karch ha scoperto che il batterio O104:H4 responsabile dell'epidemia è una cosiddetta chimera che contiene materiale genetico da vari batteri dell'E. Coli. Contiene anche dellesequenze di DNA dai batteri della peste che lo rendono particolarmente patogeno."
Dobbiamo prendere in considerazione tutte queste possibilità.
Potrebbe essere un batterio killer sviluppato nei laboratori e mutato?
Che sia stato creato in un qualche ambiguo laboratorio?
Se ci chiedessimo di un'eventuale relazione tra armi biologiche e Israele, diamo un'occhiata aNti.org:
Israele non ha firmato nel 1972 la Convenzione contro le Armi Biologiche (BTWC), e non ha nemmeno fornito spiegazioni sul perché del suo rifiuto. Inoltre, Israele non ha mai fatto trapelare nulla delle sue attività e dei risultati raggiunti nel campo delle armi biologiche; non ha mai pubblicato un regolamento sulla questione. Sotto tutti gli aspetti, Israele continua a mantenere un atteggiamento di ambiguità […] Fino a che Israele non si pronuncerà pubblicamente sulle armi biologiche, gli scopi della ricerca dell'IIBR rimarrano oscuri, e persino sospetti."
Ancora dall'Institute for Historical Review:
Israele sta sviluppando una “bomba etnica” per un arsenale biologico sempre più fornito.
L'obbiettivo è quello di sfruttare la capacità dei virus e di certi batteri nell'alterare il DNA delle cellule dell'ospite.
Gli scienziati stanno anche cercando di creare microorganismi letali che attaccano solo coloro che portano geni particolari.
Il programma israeliano segreto ha la sua sede nell'Istituto per la Ricerca Biologica a Nes Tsiona, una piccola città a sud-est di Tel Aviv, la principale struttura di ricerca per lo sviluppo del proprio arsenale clandestino di armi biologiche e chimiche.
Victor Ostrovsky, un ex agente del Mossad, ha ricordato nel suo libro The Other Side of Deception come venne per la prima volta a conoscenza del centro segreto per lo sviluppo delle armi segrete:
È stato Uri che mi ha illuminato sull'impianto di Nes Zionna [Tsiona]. Era, così mi disse, un laboratorio dell'esercito che studiava l'NBC (NBC sta per nucleare, batteriologico e chimico). Era il posto dove i nostri migliori scienziati epidemiologici stavano sviluppando vari marchingegni per il giudizio universale. Siccome eravamo davvero vulnerabili e non avremmo avuto una seconda possibilità, era chiaro che sarebbe stata una guerra senza esclusione di colpi in cui avremmo avuto bisogno di questo tipo di armi, e dove non c'era spazio per gli errori. I palestinesi infiltrati (e catturati) potevano servire proprio a questo scopo. Usati come cavie umane, avrebbero fornito agli scienziati la certezza che le armi che stavano sviluppando potevano davvero funzionare, oltre a verificare la velocità con cui entravano in funzione per renderle ancora più efficienti.
Ancora dal dizionario Webster on line:
Durante la guerra d'Indipendenza del 1948 i documenti della Croce Rossa sollevarono sospetti sul fatto che la milizia israeliana Haganah avesse versato batteri della Salmonella typhi nelle tubazioni dell'acqua della città di Acre, provocando un'epidemia di tifo.
Sembra proprio che si stiano esercitando da un bel po' di tempo.
La sequenza del genoma identifica nel batterio super-tossico la causa dell'epidemia che si sta verificano in Europa
2 giugno, Shenzhen, Cina – Il recente attacco di un'infezione di E. coli in Germania sta generando forti preoccupazioni sulla potenziale comparsa di un nuovo ceppo mortale di batteri. Come rimedio alla situazione, immediatamente dopo che sono state riportate vittime, il Centro Medico Universitario di Hamburg-Eppendorf e BGI-Shenzhen hanno iniziato a collaborare per trovare la sequenza del batterio e stabilire i rischi per la salute umana. BGI-Shenzhen ha già completato la sequenza e terminato un'analisi preliminare che rileva come l'attuale infezione sia causata da un nuovo ceppo super-tossico di E. coli.
Le analisi delle sequenze indicano che questo batterio è il sierotipo EHEC O104 dell'E. coli; comunque, questo è un sierotipo nuovo, mai rintracciato in precedenza nelle epidemie di E. coli.
Le analisi comparative hanno mostrato che questo batterio ha per il 93% la stessa sequenza del ceppo dell'E. coli EAEC 55989, che fu isolato nella Repubblica Centroafricana e ritenuto responsabile di casi di diarrea molto gravi.
Questo nuovo ceppo di E. coli, comunque, ha acquisito sequenze specifiche che sembrano essere simili a quelle riscontrate nella patogenicità delle coliti emorragiche e nella sindrome emolitico-uremica.
La realizzazione di questi geni potrebbe essere avvenuta attraverso un trasferimento genetico orizzontale.
Le analisi hanno inoltre dimostrato che questo batterio letale ha una forte resistenza a molti antibiotici, tra cui agli aminoglicosidi, ai macrolidi e ai beta-lattamici, cosa che rende difficile il trattamento con questi farmaci. QUI potrete trovare altre informazioni.
Date un'occhiata anche a Twelfth Bough per alcune interessanti speculazioni sui virus e i batteri trasformati in armi.
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02.06.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE