DEBITO PUBBLICO

RAPPORTO DEBITO/PIL

mercoledì 16 gennaio 2013

Vuole essere ministro


Chi mi legge con pazienza, sa come la penso su questa cosa che si ostinano a chiamare politica: siamo cavie umane che qualcuno – non so chi – da tempo sottopone ad esperimenti. Fallito il test sul grado di sopportazione, ora semplicemente si attardano con la speranza di comprendere, in fine, quale livello di deficienza si possa riuscire a toccare. Posto che si pensava di non vederci arrivare più in basso di così, aumentano l’intensità dei test, e attendono. Non c’è altra spiegazione.

Altrimenti come dare senso a queste cose?

C’è l’accordo tra pdl e Lega. Al Fano presidente del consiglio, e il tizio all’economia. In effetti, se gli studiosi fossero stati un po’ più accaniti e bastardi gli avrebbero imposto di comunicare alla nazione che avrebbe ricoperto il dicastero di grazia e giustizia, ma evidentemente devono aver conservato un po’ di pudore.

La regione Lombardia, invece, verrà assegnata – come da accordo stipulato – al leghista Maroni.

Se questa è politica, io sono la Fata Turchina, ma tant’è. I giornali son già pieni e i telegiornali rilanciano la notizia al ritmo dei tam tam. Tutto serio, tutto reale. Tutto questo dovrebbe essere il nostro futuro.

Ve lo immaginate davvero quell’idiota, malfattore, evasore fiscale, corruttore come ministro dell’economia, in Italia? Io sì. Me lo immagino eccome.

Me lo immagino perché guardo anche dalle altre parti, dove i neo rivoluzionari civilisti, assoldano candidati degni di rispetto per le tragedie che hanno vissuto, per il lavoro che hanno svolto, ma assai poco hanno a che fare con quella che dovrebbe essere la politica. Pare quasi davvero che la vendetta privata sia un requisito ottimo per poter accedere alle cariche pubbliche. Le guardie contro i ladri a sfidarsi nel parlamento Italiano.

Finirà esattamente come tutto iniziato: meglio questo che è un uomo onesto, che quello che è un ladro. Meglio il ricco che non ha bisogno di rubare. Meglio Grillo che impone ai suoi di non toccarlo nemmeno il danaro, (che il resto sta già diventando storia).

Non c’era modo migliore di ricominciare le nostre attività in questo 2013, che con un paio di colossali cazzate.

Temo che il giorno del reset, del vero rinascimento, sia assai lontano, ancora. I nostri osservatori avranno ancora da lavorare, da studiare, soprattutto dopo le elezioni, quando sarà chiaro che assai più della metà degli aventi diritto a legittimare questa ignobile farsa, non si saranno recati alle urne, e gli irriducibili, invece, avranno apposto la loro ics sui simboli di quest’Italia mortificata, con un Sud al quale si può addirittura sputare in faccia con l’abominio della Lista “Grande Sud”. Una sorta di succursale del voto berlusconiano, che candiderà tutta la feccia mafiosa e malavitosa ritenuta impresentabile persino nell’Italia dei furti di lecca lecca e sigarette.

Nessuno mi convincerà mai che tutto questo ha un senso politico. Nessuno riuscirà mai a farmi abbandonare la teoria dell’esperimento scientifico. Nulla di questo può essere reale.

Rita Pani (APOLIDE)

(fonte: Rita Pani)

Perché le elezioni sono diventate casa Vianello


damilano


Dopo che l’altro giorno aveva pulito la sedia di Travaglio, oggi Berlusconi ha preso giocosamente a cartellate Marco Damilano e ha finto di ammanettarsi davanti a Ingroia.

Straordinarie photo opportunity – o video opportunity, è lo stesso – che il Cavaliere si crea da solo per buttarla in caciara, arte di cui è maestro planetario.

Ha perfettamente ragione, dal suo punto di vista: se si discutesse di come ha governato, di quelli di cui si è circondato, delle promesse che ha disatteso e di come ha lasciato l’Italia, beh, avrebbe già perso.

Di qui l’estrema corporizzazione mediatica della campagna elettorale, di qui i siparietti che penetrano nelle case e nelle menti molto più dei numeri sul Pil o delle parole sul programma.

Siamo arrivati insomma a una nuova fase: quella della propaganda politica basata tutta sulla comicità, sul divertimento, sulle gag stile casa Vianello. Un sistema efficace e fabulatorio per far dimenticare la crisi e per risultare simpatici.

Occhio, non è più politica mediatizzata, a questo punto: è mediatico puro – e la politica è stata messa alla porta.

E’ anzi un’interpretazione perfetta dello spirito dell’antipolitica: nel senso che la politica – cosa mediaticamente ‘brutta e noiosa, fatta di dichiarazioni ipocrite, privilegi e ruberie’ – è stata definitivamente sostituita dagli sketch, cosa invece – come noto – divertente e gradevole.

Quanti italiani poi accetteranno di dimenticare la realtà e applaudire a fine spettacolo è cosa che sapremo solo fra un mese.

lunedì 7 gennaio 2013

Regno Unito, stop ai benefit di Stato per gli obesi che non vogliono dimagrire


-La proposta dell'ente di raccordo delle amministrazioni locali britanniche elimina assegni per l’affitto, sussidi di disoccupazione e cure mediche gratis per chi si rifiuterà, su prescrizione del medico, di andare in palestra e di mangiare di meno e in modo più salutare-

Tempi duri per chi ha il girovita un po’ troppo ampio. Un Council, cioè un Comune del Regno Unito, ha proposto – e si appresta a mettere al voto il disegno di legge locale – di ridurre o addirittura abolire gli aiuti pubblici a tutti gli obesi che non faranno qualcosa per dimagrire. Niente più assegni di integrazione all’affitto, sussidi di disoccupazione o cure mediche gratis per chi, affetto dalla “malattia del secolo”, si rifiuterà, su prescrizione del medico curante, di andare in palestra, in piscina e di mangiare di meno e in modo più salutare.

La proposta, che potrebbe quasi sembrare uno scherzo, è arrivata dal Council di Westminster ed è contenuta anche in un documento ufficiale della Local Government Information Unit, un ente di raccordo delle vari amministrazioni locali britanniche. Nel Regno Unito, ad aprile, ci sarà un cambiamento da molti definito “epocale” sul fronte della salute pubblica, che passerà dal servizio sanitario nazionale alle amministrazioni locali. Le quali, appunto, si stanno lanciando in questi giorni in proposte e piani di riorganizzazione, come questa sugli obesi che sta facendo discutere il Paese. Il Council di Westminster, conservatore, è stato subito preso di mira dai laburisti e dai commentatori dei quotidiani di sinistra, come il Guardian. Che, in un editoriale, ha scritto: “Questa è una proposta classista e che incita all’odio di classe. È noto che le persone meno abbienti siano, spesso, anche quelle più in sovrappeso, per errate scelte alimentari o per mancanza di risorse economiche in grado di garantire una varietà di cibi più sani. Questo è anche odio per la diversità e per le persone obese e non lo possiamo accettare”.

Ma le malattie legate all’obesità costano al Regno Unito più di 5 miliardi di sterline, e cioè più di 6 miliardi di euro, ogni anno. Diabete di tipo 2, malattie cardiache, malattie al fegato e persino certi tipi di tumore: così, quel 25% di britannici classificati come “obesi”, sostengono ora gli amministratori locali, devono essere messi di fronte alle loro responsabilità. Ma come controllare se un obeso stia veramente seguendo le raccomandazioni del suo medico di famiglia? Il Telegraph scherza e scrive, in un altro editoriale, che “forse centri per l’impiego e uffici pubblici si doteranno di bilance”. Ma la proposta, questa volta seria, che arriva dal Council di Westminster va ancora più in là: dotare gli obesi di tesserine magnetiche, come quelle per la metropolitana di Londra, che registrino quante volte si va in palestra, in piscina, a fare yoga o a giocare a calcetto.

Una lotta a tutto spiano, quindi, contro l’obesità e il grasso in eccesso, perché, oltre agli obesi, dicono ora gli amministratori locali, c’è anche quel 65% di britannici che è comunque in sovrappeso. Nel Paese il cui piatto nazionale è il fish and chips, pesce fritto con le patatine anch’esse inzuppate d’olio, quindi, le amministrazioni locali potrebbero presto mettersi “contro” la maggior parte dei propri cittadini. Colpevoli di aver ceduto troppe volte alle tentazioni della gola, affetti da disturbi ormonali o da disfunzioni, “vittime” di predisposizione genetica o semplicemente troppo pigri per stare dietro ai consigli di un medico e alle imposizioni di un sindaco.