DEBITO PUBBLICO

RAPPORTO DEBITO/PIL

sabato 29 gennaio 2011

Cosa possiamo fare? Decalogo dell'italiano esausto ma non rassegnato


Scrive Marilena Zara, maleza67@gmail.com a Beppe Severgnini:

Caro Beppe, in questi giorni infausti per il nostro Paese si apprende da più fonti che all'estero si chiedono come mai noi italiani non reagiamo allo squallore dei festini berlusconiani. Non si spiegano come mai stiamo ancora perdonando mr B. Effettivamente, parlando con conoscenti ed amici, anch'io ho potuto appurare che più di qualcuno ancora si ostina a giustificarlo, altri invece forse cominciano ad averne abbastanza. Io ne avevo abbastanza già nel ‘94, ma "capisco" che a qualcun altro serva un po' più di tempo. Ora però abbiamo veramente oltrepassato il limite della decenza. Continuo a chiedermi se chi si ostina a difenderlo non si renda conto di quanto sia indifendibile, di quanto ci renda ridicoli agli occhi del mondo questo gridare al complotto, al golpe, alla privacy violata. Ma cosa possiamo fare noi singoli, a parte manifestare con lettere, petizioni, raccolta firme, cortei in piazza (dove sono le opposizioni? Perchè non ne hanno ancora organizzato uno?) il nostro dissenso? Come fanno a sapere questi commentatori che gli italiani non ne hanno ancora abbastanza? Dai sondaggi? Personalmente non sono molto fiduciosa nella veridicità dei sondaggi, soprattutto quelli di Porta a Porta. Però sono un po' sconfortata, sto diventando insofferente, mi sento impotente, sono alla costante ricerca di un modo per dire "BASTA!", e ho tanta paura che, nonostante tutto, davvero anche stavolta non cambi nulla. Cosa possiamo fare, Beppe?


Risposta di Beppe Severgnini


  1. Pensare col cervello e non con la pancia
  2. Pensare che non ha ragione chi urla di più
  3. Pensare che la nostra reputazione internazionale può solo migliorare
  4. Pensare che negli organi cavi (la pancia) il vuoto non esiste: un'alternativa politica arriverà
  5. Pensare che i ragazzi italiani hanno bisogno di modelli alternativi a Minetti & Fede
  6. Pensare che non può andare sempre così
  7. Pensare che l'incoerenza non è reato, ma altre cose sì
  8. Pensare che gli imperi, da Roma (V sec) a Venezia (XVIII sec) a Playboy (XX sec), finiscono sempre così
  9. Pensare che il Capo, quando dice, "Mi vogliono sputtanare!", avrebbe potuto usare un altro verbo.
  10. Pensare.


(fonte: Beppe Severgnini)

Nessun commento:

Posta un commento