di MARCO PASQUA
MILANO - Si sentono presi in giro, da Berlusconi, e persino dal loro Senatur. Per questo vogliono subito le elezioni, anche se in tanti tornano a parlare di secessione. Da quella "Roma ladrona" che, oggi, li ha traditi. Il voto della Bicamerale sul federalismo municipale viene vissuto come un affronto dal popolo leghista, che ora riversa la sua rabbia sulle bacheche di Facebook dei consiglieri regionali, europarlamentari e deputati. C'è chi cerca di contenere gli sfoghi, come fa Matteo Salvini, europarlamentare, che prima scrive "Roma, vadaviaiciapp", e poi aggiunge, rivolto alla base: "nervi saldi, tanto alla fine vinciamo noi". In pochi, però, sembrano dargli credito.
"L'unico modo per vincere è andarsene da Roma - gli risponde Gianluca - e batterci per l'indipendenza. Ormai è chiaro che nessuna alleanza con nessun partito itagliota potrà mai darci una briciola. Avremo sempre e solo delusioni e schiaffi da quest'Italia". Adele suggerisce una linea che in tanti dimostrano di condividere: "Lega da sola senza Berlusconi o altre alleanze se no non vinceremo mai". Un auspicio che compare spesso nei commenti dei leghisti, sempre più infuriati col premier: "Noi votiamo Lega e voi calate le braghe davanti al Silvio, uomo senza decenza senza dignità. Non ho votato la Lega tutti questi anni per fargli fare le orge", scrive Amos, mentre Massimo dice: "Ritorniamo sulla strada della secessione, cominciando con un bello
sciopero fiscale". "Siamo alle comiche finali: il 'boss' Berlusconi convoca Bossi mentre quel coso di nome Verdini dichiara che il governo va avanti", è la sintesi di Lorena delle ultime ore sul vertice romano tra i due leader, mentre un altro utente promette: "Se rimanete a Roma perderete anche il mio di voto, che dopo quasi 25 anni di lealtà è molto più grave che perdere la faccia".
Davide Caparini, deputato della Lega, pubblica il link ad un articolo in cui si anticipa il pareggio della Bicamerale. E' l'occasione, per i suoi amici virtuali, per rinfacciare a Berlusconi la vicenda del Rubygate, che, in queste settimane era stata ingoiata in nome della tanto promessa riforma federalista. "Basta abbassare la testa - scrive a Caparini l'utente Lorella - Berlusconi ci ha fottuti tutti con le sue putt... meglio soli che male accompagnati. Ringraziamolo per folleggiare con minorenni, grazie a tutto questo polverone il Federalismo oggi diventerà un miraggio". Per Giancarlo non resta da fare altro che "staccare la spina". Quando ancora non si è votato in Bicamerale, Massimiliano Romeo, consigliere regionale della Lega in Lombardia avvisa: "Federalismo o salta tutto". Lo corregge, alcune ore dopo, un utente: "E' già saltato purtroppo. 15 a 15". Anche Davide Boni, presidente del Consiglio regionale della Lombardia, cerca di far mandar giù l'amara pasticca ai militanti leghisti, promettendo che "la riforma federalista proseguirà".
Operazione che, a giudicare dalle risposte, non gli riesce: "Prima hanno minacciato il ritorno alle urne nel caso in cui non fosse passato il federalismo in commissione bicamerale, e poi si sono rimangiati il tutto. Schiavi di Berlusconi. Ecco quello che sono", attacca Danilo. Nereide si rivolge direttamente a Boni: "Boni siamo tutti un po' stufi di questo tira e molla, e lo si capisce anche da chi ha commentato. Stiamo perdendo credibilità e risulta sempre più difficile per chi sta in mezzo alla gente far capire che stiamo a Roma per il nostro progetto. Io non so se credere che stiamo raccogliendo consensi. Il mio quotidiano mi dice il contrario".
Renato confessa di aver abbandonato il partito di Bossi: "Io ho sempre votato Lega, ma è già da qualche tornata di elezioni che non voto più... inutile, tempo sprecato cari amici, anche i nostri esponenti della Lega stanno troppo bene dove sono". Per cercare di placare gli animi interviene in prima persona Boni, ammettendo di essere "stanco": "Il leader è Bossi, o ci siamo dimenticati che Lui ci ha portato fino a qui, ci dirà il Capo cosa fare. La Lega è Bossi e Bossi è la Lega. Lo so sono stanco anche io... ma aspetto il Capo". Un teorema che, a quanto pare, non serve a richiamare all'ordine i militanti: "Sì, Bossi è arrivato fin qui. Ma da quanti anni? E da quanti anni le promesse rimangono tali?" e ancora "io non ho ne capi e né padroni. E visto che Bossi è il capo, si cominci a rendere conto che gli elettori (operai, agricoltori) sono stanchi delle prese in giro". Anche Fabrizio Cecchetti, consigliere regionale in Lombardia della Lega, cerca di rasserenare gli amici: "Ragazzi calma e sangue freddo. Il pareggio in Bicamerale non implica lo stop o la cancellazione del decreto che potrà essere approvato direttamente dal Parlamento". Ma la rabbia esplode: "Il sangue ribolle! Lo sanno che molti di noi invocano la secessione? Glielo ricordiamo? O gli facciamo una bella sorpresa?", avverte Mauro. "A questo punto ha ancora senso stare a Roma con certi pagliacci italiani? - si chiede Vincenzo - Secondo me è arrivato il momento che tutta la Lega si impegni solo ed esclusivamente delle regioni del Nord, conquistandole (da soli) e facendo le riforme necessarie, a livello regionale. La Lega non può star dietro a certa feccia politica. Padania Libera!".
Emergono anche tanti dubbi sulle posizioni di Bossi: "Non ho capito perché ha detto che se non passava in bicamerale avrebbe fatto cadere il governo, è stato un assist a Di Pietro e PD". Sulla bacheca di Jari Colla, membro del Consiglio Nazionale della Lega Nord, c'è chi implora le elezioni, senza nessuna alleanza con Berlusconi: "Dimmi se si va a votare staccati da Berlusconi! Dimmi di sì". Daniele Belotti, assessore al Territorio in Lombardia, sceglie di non rispondere a chi gli chiede, poche ore fa: "Basta ora? Scendiamo in piazza? Secessione subito. Hanno rotto i co.."
(fonte: Repubblica)
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