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venerdì 25 marzo 2011

Se questo è un ministro. BASTA! BASTA! BASTA!!!! Ancora no? E quando???


E' sotto inchiesta per mafia. Il suo uomo a Palermo è stato appena arrestato. Il suo padrino politico Cuffaro è in carcere. Ma Francesco Saverio Romano, eletto nell'Udc e ora berlusconiano, è quotatissimo per un posto nel governo

«Io al governo non entro dalla finestra, entro dalla porta». Spavaldo di carattere, Francesco Saverio Romano, nato alla vigilia di Natale di 46 anni fa, siciliano di Belmonte Mezzagno, ha annunciato mesi fa ad amici e sodali che il suo posto da ministro non è in discussione.
All’Agricoltura, un bel dicastero di spesa e un ricordo per così dire affettivo: il ruolo fu occupato negli anni Ottanta da Calogero Mannino, il suo maestro, quando Romano ventenne muoveva i primi passi in politica. Toccante pensiero, specie ora che Romano, come si usa nelle migliori tradizioni, ha fatto fuori il vecchio tutore e si è messo in proprio.
(…) L’ultimo arresto di un suo uomo, il deputato regionale Fausto Fagone, risale a novembre. Eletto per la prima volta nel 2001 nel collegio di Bagheria, Romano è dal 2003 sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa. Si cominciò con le registrazioni ambientali del boss Giuseppe Guttadauro che parlava di Romano in termini entusiastici: «Voglio incontrarlo», spiegava a un interlocutore. «Dimmi tu quando devo venire. Pure in mezzo alla strada lo posso incontrare: avvocato è».
Colloqui in cui il capomafia si lasciava andare anche ad altre considerazioni: «Berlusconi non può pensare solo a lui, ai suoi processi, deve risolvere anche i nostri problemi». Più gravi ancora le rivelazioni del pentito Francesco Campanella, il prototipo del neo-mafioso che si inserisce nella politica, candidandosi alle elezioni e inserendosi nelle istituzioni. Campanella ha raccontato che durante un pranzo romano in un ristorante presso Campo de Fiori Romano gli chiese i voti in termini ultimativi: «Siamo della stessa famigghia». Il deputato siciliano non ha smentito, data la presenza di altri testimoni, si è limitato a precisare: «Intendevo dire la stessa famiglia politica, veniamo entrambi dalla Dc». Ora i pm potrebbero richiedere l'archiviazione per motivi tecnici, scadenza dei termini. Ma il peso delle indagini si fa sentire, ora che in gioco c'è il grande salto: nonostante l'appoggio di Alfano e Renato Schifani per farlo entrare nel governo dalla porta principale, anche in funzione anti-Raffaele Lombardo, non è detto che al Quirinale facciano i salti di gioia di fronte alla nomina di un ministro a rischio.

(fonte: Espresso)

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