Dopo che l’altro giorno aveva pulito la sedia di Travaglio, oggi Berlusconi ha preso giocosamente a cartellate Marco Damilano e ha finto di ammanettarsi davanti a Ingroia.
Straordinarie photo opportunity – o video opportunity, è lo stesso – che il Cavaliere si crea da solo per buttarla in caciara, arte di cui è maestro planetario.
Ha perfettamente ragione, dal suo punto di vista: se si discutesse di come ha governato, di quelli di cui si è circondato, delle promesse che ha disatteso e di come ha lasciato l’Italia, beh, avrebbe già perso.
Di qui l’estrema corporizzazione mediatica della campagna elettorale, di qui i siparietti che penetrano nelle case e nelle menti molto più dei numeri sul Pil o delle parole sul programma.
Siamo arrivati insomma a una nuova fase: quella della propaganda politica basata tutta sulla comicità, sul divertimento, sulle gag stile casa Vianello. Un sistema efficace e fabulatorio per far dimenticare la crisi e per risultare simpatici.
Occhio, non è più politica mediatizzata, a questo punto: è mediatico puro – e la politica è stata messa alla porta.
E’ anzi un’interpretazione perfetta dello spirito dell’antipolitica: nel senso che la politica – cosa mediaticamente ‘brutta e noiosa, fatta di dichiarazioni ipocrite, privilegi e ruberie’ – è stata definitivamente sostituita dagli sketch, cosa invece – come noto – divertente e gradevole.
Quanti italiani poi accetteranno di dimenticare la realtà e applaudire a fine spettacolo è cosa che sapremo solo fra un mese.
(fonte: Alessandro Gilioli)
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