Osservatore e Avvenire intervengono sui video del presidente del Consiglio pubblicati da Repubblica e L'espresso. Ma mons. Rino Fisichella minimizza: "Contestualizzare le cose". Il Tg1 snobba la notizia
ROMA - Barzelletta anti ebraica e con bestemmia, parla il Vaticano. "Deplorevoli battute" che offendono "il sentimento dei credenti" e "la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah", dice l'Osservatore Romano in un articolo di cronaca che riassume le barzellette raccontate da Berlusconi. E' il duro commento ai contenuti del video esclusivo di Repubblica.it e a quelli del filmato dell'Espresso.
In mattinata era stato il giornale della Cei Avvenire a intervenire. "Ci mancava solo la bestemmia dentro la barzelletta del presidente. Un video – puntuale come una maledizione – ce l'ha servita via internet, mentre un altro video ci ha proposto un Silvio Berlusconi che giochicchia con consunti stereotipi sugli ebrei", scrive in un editoriale il direttore Marco Tarquinio, all'indomani del video pubblicato dal sito de L'espresso, in cui Berlusconi racconta una barzelletta contro Rosy Bindi che si conclude con una bestemmia.
In soccorso del premier interviene monsignor Rino Fisichella: "Bisogna saper contestualizzare le situazioni". Amareggiata replica della Bindi: "Si combatte il relativismo etico ma poi ci si ferma alla porta dei potenti".
Le critiche della stampa cattolica. "C'è una cultura della battuta a ogni costo che ha preso piede e fa brutta la nostra politica. E su questo tanti dovrebbero tornare a riflettere", esorta il quotidiano dei vescovi. "E farebbero bene a pensarci su davvero anche coloro che bestemmie di vario tipo e barzellette mediocri (tristemente dilaganti tra pseudo-satira e pseudo-cultura) non le sopportano solo quando spuntano sulla bocca di un avversario, meglio se Silvio Berlusconi", scrive il direttore del quotidiano.
"Ma su ogni uomo delle Istituzioni, su ogni ministro e a maggior ragione sul capo del governo grava, inesorabile, un più alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e - conclude Avvenire - per Colui che non va nominato invano".
A poco sono servite le parole del premier di ieri: "E' soltanto una risata. Quella di cui si parla è una storiella circolata un anno fa in tutto il Parlamento. Averla raccontata, in privato, non è né un'offesa né un peccato". "Il cattivo gusto e la responsabilità - aveva detto Berlusconi - sono casomai di chi la pubblicizza. Mi spiace solo se qualcuno nella sua sensibilità si sia sentito turbato. Ma non ci credo. È soltanto un pretesto per attacchi strumentali e ipocriti". Insomma, colpa dei giornali.
E i giornali rispondono. Famiglia Cristiana in primis: "Dal premier esempio di cristianesimo usa e getta". "Sappiamo tutti - scrive il settimanale dei Paolini - che non è la prima e certo non sarà l'ultima. Perché proprio dal Cavaliere arriva uno dei più chiari esempi di quel 'cristianesimo alla carta' o 'cristianesimo usa e getta' che è oggi tra le piaghe più profonde della vita sociale del nostro Paese".
Monsignor Fisichella minimizza. Ma oggi monsignor Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, sminuisce le polemiche sulla barzelletta con bestemmie, e lo fa a margine di un confronto tra Chiesa e politica con i deputati Enrico Letta (Pd) e Maurizio Lupi (Pdl). "Bisogna sempre in questi momenti saper contestualizzare le cose", dice. "Certamente, non bisogna da un lato diminuire la nostra attenzione, quando siamo persone pubbliche, a non venir meno a quello che è il nostro linguaggio e la nostra condizione; dall'altra credo che in Italia dobbiamo essere capaci di non creare delle burrasche ogni giorno per strumentalizzare situazioni politiche che hanno già un loro valore piuttosto delicato", conclude Fisichella.
Parole, quelle del prelato, che amareggiano profondamente Rosy Bindi, che in serata rilascia una nota particolarmente dolente. "Fin da piccola mi hanno insegnato a non pronunciare il nome del Signore invano - premette l'esponente Pd - Sarò all'antica, ma mi amareggia profondamente e mi turba constatare che per un pastore della mia Chiesa ci sarebbero occasioni e circostanze nelle quali è possibile derogare anche dal secondo comandamento".
La vicepresidente della Camera contesta a Fisichella la scorciatoia della "contestualizzazione" nel giudizio sulle bestemmie. "E' in fondo un esercizio di laicità ma potrebbe diventare relativismo - avverte Bindi - Se è così, c'è qualcosa di contraddittorio e profondamente diseducativo nel minimizzare la blasfemia del premier. Come si può condurre in modo credibile la battaglia contro il relativismo etico e la perdita di valori della nostra società se poi nel giudizio ci si ferma davanti alla soglia dei potenti?"
In chiusura Bindi si dice consapevole della difficile "azione pastorale dei nostri vescovi, quanto complesso l'impegno di evangelizzazione e di formazione di una forte e libera coscienza cristiana. Ma non vorrei che questa fatica fosse vanificata da troppe frettolose contestualizzazioni".
Il Tg1 snobba la notizia. "Siamo al tragicomico. Il Tg1 delle 20 ha limitato a pochi secondi la notizia dell'Osservatore Romano che ha commentato le assurde barzellette di Berlusconi. Questo è un tg omissivo". Lo afferma una nota dell'associazione di telespettatori cattolici Aiart. "Gli organi di garanzia riflettano, perché ieri il Tg1 ha del tutto ignorato la notizia, oggi l'ha ridotta a una brevissima - continua la nota - Questo non è il tg di tutti gli italiani".
E anche il capo della segreteria politica del Pd, Filippo Penati, osserva che "il Tg1 continua a perseverare nelle omissioni: ieri sera - ricorda Penati - ha taciuto la notizia delle barzellette offensive e blasfeme di Berlusconi, stasera ha messo il bavaglio anche alle critiche giunte al premier dall'Osservatore Romano". Per Penati, "si reitera dunque un comportamento incomprensibile per chi sia chiamato a garantire un servizio pubblico di informazione. Ieri in un sol colpo Berlusconi ha offeso i sentimenti religiosi degli italiani e la memoria degli ebrei vittime dell'Olocausto. E' grave e ingiustificabile che a tutto ciò si sia messo il silenziatore".
(02 ottobre 2010)
(fonte: Repubblica)
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