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venerdì 1 ottobre 2010

La Gelmini copia da Wikipedia l’opuscolo per le scuole

L’accusa dell’Unità: nel libricino sui 150 anni dell’Unità d’Italia distribuito dal ministero della Pubblica Istruzione intere parti copiate dall’enciclopedia della Rete.

5004377778 d62a267362 o La Gelmini copia da Wikipedia lopuscolo per le scuoleL’accusa è di quelle davvero imbarazzanti, e se fosse vera – come sembra – farebbe ridere l’Italia intera. Scrive Marco Salvia su L’Unità che nell’opuscolo “I testi della memoria”, fatto distribuire dal ministero della Pubblica Istruzione in tutte le scuole d’Italia ci sono intere parti ricopiate da Wikipedia, l’enciclopedia libera della Rete disponibile a tutti, studenti e non.

LE PROVE DELLA COPIA – Scrive Salvia:

Lo Statuto albertino è scopiazzato da questo pezzo da Wikipedia. Dove si legge: «Lo Statuto del Regno o Statuto fondamentale della Monarchia di Savoia 4 marzo 1848, noto come Statuto albertino dal nome del Re che lo promulgò, Carlo Alberto di Savoia-Carignano, fu lo statuto adottato dalRegno sardo-piemontese il 4 marzo 1848 e fu definito, nel Preambolo autografo dello stesso Carlo Alberto, è «Legge fondamentale perpetua ed irrevocabile della Monarchia sabauda… ».

E ancora:

Nelle Note Storiche a pag. 21 del libercolo, il pezzo su Carlo Alberto Amedeodi Savoia è sottratto a questa parte di Wikipedia: «Carlo Alberto Amedeo di Savoia detto “il Magnanimo” (francese: Charles-Albert; piemontese Carl’Albert; Torino, 2 ottobre 1798 – Oporto, 28 luglio 1849) conte di Barge, settimo Principe di Carignano e Re di Sardegna dal 1831 al 1849. Ha legato indelebilmente il suo nome alla promulgazione… ». Poi, le note su Mazzini ad esempio, così come varie altre, sono parimenti scritte con lo stesso metodo…

Poi Salvia se la prende un po’ anche con Wikipedia:

Davvero farsesco è che, essendo l’enciclopedia creata da volenterosi utenti della rete, quello che gli studenti hanno letto sul libricino ufficiale del Ministero è il parto multiplo e continuato di semplici utenti. Una sorta di minestrone cui si aggiunge sempre qualcosa di arbitrario e il cui ultimo brano scopiazzato sul libretto è opera di un cybernauta che si firma “La Cara Salma”. abbastanza centrato il nomignolo, se lo riconduciamo allo stato dell’istruzione nel paese. Per chi non lo sapesse, rileviamo ancora una volta che l’enciclopedia fai-da-te del gruppo “Wiki” non è nemmeno una vera enciclopedia. Gli studenti che la usano lo sanno bene, e hanno imparato a stare attenti almeno agli errori di sintassi e grammatica che vi sono contenuti. Gli “esperti” o chi per loro, invece, pagati per redigere il libricino commemorativo donato dal Ministero dell’Istruzione e che saranno stati comunque ben retribuiti, l’hanno presa per la Treccani e per di più non si sono presi nemmeno la briga di mascherare i loro scopiazzamenti o di correggere la punteggiatura.

LA GENESI DELLA SCOPERTA – C’è da dire che Salvia cita, come fonte della scoperta, un anonimo blogger “poi ripreso e che ha fatto il giro della rete”. Una rapida ricerchina su Google ci fa scoprire che l’anonimo blogger è Tamas, che ha scritto tutto sul Tumblr di Ohshhh: “”L’altro giorno mia madre, che è preside, è stata con qualche alunno del suo liceo a Roma all’inaugurazione dell’anno scolastico. Ora, tralasciamo il fatto che durante il discorso della Gelmini passassero delle povere ragazzine di un alberghiero di Roma, in veste di hostess, con l’incarico di ricordare a tutti che alla fine “bisognava applaudire”, come in effetti usa nei paesi centro-asiatici; lasciamo stare queste cose. Quello che davvero mi ha stupito e perfino addolorato è il libretto “I testi della memoria”, sui 150 anni della riunificazione, consegnato con altro materiale ai bambini e ragazzi che erano lì da tutta Italia. Il libretto contiene Statuti, discorsi e altre fonti storiche sui protagonisti del Risorgimento, nonché note storiche; peccato che queste note storiche siano copiate da Wikipedia (sito che è, tra l’altro, anche caratterizzato dalla presenza di neo-borbonici e altri cialtroni del genere, nonché, soprattutto, da una diffusa ignoranza della lingua italiana che è fedelmente riprodotta anche nel librino suddetto). Ora, che un Ministero della Pubblica Istruzione debba affidarsi a Wikipedia per scrivere due noterelle sui personaggi del nostro Risorgimento mi pare una cosa di una gravità tale che non mi va neanche di finire questo discorso. Spero fucilino qualcuno al più presto”. Difficile dargli torto.

(fonte: Dipocheparole su Giornalettismo.it)

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