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lunedì 18 aprile 2011

Pisapia: «Moratti in caduta e Silvio cerca la rissa»


di Rinaldo Gianola

Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra a Milano, ha passato un’altra domenica piena di iniziative elettorali. A tarda sera commenta l’offensiva di Silvio Berlusconi in città per sostenere Letizia Moratti: «Non mi sorprendono le parole e i toni del presidente del Consiglio, è consapevole del fatto che il sindaco Moratti si trova in gravi difficoltà, che l’elettorato moderato è stanco della propaganda e vorrebbe risolvere i problemi».

Pisapia, cosa ha in mente Berlusconi quando dice che le elezioni amministrative a Milano sono elezioni nazionali? «Berlusconi vuole radicalizzare il dibattito politico e il voto a Milano, cerca la rissa, perché sa benissimo che questa volta può perdere la città, quella che considera la sua capitale, dopo oltre vent’anni di governo. Il premier usa il solito sistema di quando è in difficoltà: vuole che il voto diventi un referendum sulla sua persona e per questo si candida come capolista al comune di Milano, anche se poi non si farà mai vedere come è già successo in passato. Gli attacchi alla magistratura, i toni sempre più aspri contro gli ex alleati, la minaccia di stravolgere la Costituzione sono le armi che Berlusconi mette in campo quando vuole dare battaglia, vuole avvelenare il clima usando tutti i sistemi poco commendevoli che conosciamo. Ma oggi sa benissimo che i suoi stessi elettori non ne possono più di questa politica urlata ed estremista».

È sicuro che gli elettori di centrodestra volteranno le spalle a Berlusconi e alla Moratti? «Oggi la destra a Milano è consapevole che può perdere e io dico che questo sarà il risultato finale. C’è un profondo malessere in giro per la città, soprattutto tra gli elettori moderati che attendono di veder risolti i problemi. Noi offriamo soluzioni alle questioni della città, vogliamo fare una campagna elettorale sui temi amministrativi e non sul quadro politico di Roma. Se la Moratti esce sconfitta dal voto, se Berlusconi perde il controllo di Milano, le conseguenze politiche saranno enormi, ci sarà una frana. Pensi solo alle trame degli interessi e degli affari che fanno capo al mondo berlusconiano, pensi agli equilibri nel pdl già minacciati da diaspore, litigi, provvisorie ricomposizioni e poi altre rotture»


Che cosa sente nei suoi giri elettorali in città? Cosa chiedono i cittadini? «La gente vuole risposte. La nostra città ha molte risorse, può contare sul valore del suo tessuto imprenditoriale, culturale, sociale, sul mondo del lavoro, ma la crisi si è fatta sentire, è dura. Oggi 71 milanesi su 100 dicono che la loro vita è peggiorata negli ultimi cinque anni e in particolare nell’ultimo anno. Emerge una critica forte e severa a chi ha amministrato Milano, c’è una crescente sfiducia verso il sindaco Moratti e i suoi alleati».

Anche altre volte sembrava che la destra fosse messa male, ma alla fine ha sempre recuperato... «Il gioco duro di Berlusconi serve a questo, a tentare il recupero. Ma, dalla parte nostra, io vedo una mobilitazione davvero sorprendente, di famiglie, donne e uomini, giovani e anziani che dentro e fuori i partiti si stanno dando da fare. Sono nati centinaia di comitati autonomi a sostegno della mia candidatura, si è formato un grande gruppo “Giovani per Pisapia” fatto da giovani che vogliono portare al voto quelli distanti dalla politica. C’è una creatività, una passione, una volontà che davvero mi fanno ben sperare. Sono sempre stato abituato per il mio lavoro e il mio impegno sociale a girare nelle periferie, nei luoghi dimenticati, ma oggi vedo un coinvolgimento convinto dei cittadini, che chiedono risposte per la casa, il lavoro, i servizi, l’assistenza».

La sua candidatura è nata fuori dai partiti, adesso come sta la sua alleanza? «Sta benissimo, c’è un forte impegno unitario da parte di tutti i partiti, a partire dal pd, per vincere questa bella partita elettorale. Uno dei fattori più importanti della mia candidatura è che si è creata sulle cose concrete una vera coesione politica e programmatica. Voglio parlare a tutti, ieri abbiamo fatto un incontro molto bello con Rosy Bindi e il mondo cattolico. Giovedì verrà a Milano il presidente della provincia di Roma, Zingaretti. Poi parteciperò all’attivo dei delegati della Cgil con Susanna Camusso».

Quanti soldi spende per la campagna elettorale? «800mila euro e niente di più. Invece il sindaco Moratti non sa ancora se spenderà 5 o 6 milioni, o forse molto di più. Lo dirà alla fine, dopo il voto. E pensare che il comune chiede la presentazione del bilancio preventivo insieme alle liste elettorali. Noi l’abbiamo fatto, la Moratti no».

(fonte: L'Unità)

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