DEBITO PUBBLICO

RAPPORTO DEBITO/PIL

mercoledì 31 agosto 2011

Finta di niente...


Dico ma, davvero davvero questi sapiens della politica non si rendono conto che hanno fallito in massa? È mai possibile che non si siano accorti e non si stiano accorgendo che il popolo li sta accerchiando e con sempre maggiore convinzione di fargliela pagare?

Un qualsiasi essere umano sano di mente, già, sano di mente, avrebbe caricato le valige nel bagagliaio insieme al bottino di una vita, una valanga inimmaginabile di denari sottratti al paese e via andare in una qualche paradisiaca località a godersi gli ultimi grassi rantoli di una vita da infami.

Macchè! Sembrano quei rapinatori incalliti che dopo avere passato decenni a saccheggiare in qua e in la i beni migliori ed avere profanato ogni locale dove c’era qualcosa di valore anche presunto, mai sazi, si riuniscono tutta la banda insieme e dicono per l’ennesima volta: “facciamo questo ultimo colpo e poi ci ritiriamo”.

Ad onore del vero il paese sperava che “l’ultimo colpo” l’avessero fatto ai tempi di mani pulite, e nessuno mai si sarebbe immaginato che dopo la tristissima epoca “Craxiana” che ha tappezzato la nazione di fazzoletti e pannolini, ci sarebbe stato un susseguirsi di operazioni catastrofiche tali da dovere aprire centinaia di inchieste, “piedi puliti, viso pulito, pancia pulita e colon pulito”.

Ma la parte più incredibile è che i “malfattori” i quali hanno svaligiato tutto, sono gli stessi che stanno raccontando alla nazione che “qualcuno” si è impossessato dei gioielli di famiglia e che non ci sono più gli ori, gli argenti, i soprammobili, i tappeti e la carta igienica. Non solo, ma ogni maledetto giorno ci dicono che tocca “al popolo” riparare i portoni scassinati e riacquistare i materiali preziosi, altrimenti siamo rovinati. Praticamente ci troviamo davanti ad un manipolo di farabutti che hanno seminato per decenni centinaia di migliaia di bombe senza catalogare il luogo del deposito, e adesso ci vengono a dire che LORO sono in grado di evitare l’immensa esplosione a catena che sta per partire. Siamo all’apice dell’assurdo. L’Italia è un paese dove non c’è nessun limite all’indecenza, dove se sei un politico e ti beccano nudo a un droga party con il pistolino in mano, potrai serenamente dimostrare che partecipavi a un “meeting” cattolico dove insegnano a NON fare la pipì negli angoli delle strade e a rimuovere “la polvere” senza sporcarsi. L’importante è il pelo sullo stomaco, la faccia tosta e … finta di niente!

Sono certo e non sono l’unico a pensare che le piazze si riempiranno ogni settimana, poi ogni giorno, e infine ogni ora del giorno senza sosta fin quando l’Italia potrà in qualche modo assomigliare all’Islanda. Dico “in qualche modo” perché in Islanda molti appartenenti politici e i banchieri individuati quali responsabili del default sono stati arrestati (notizie che nei nostri TG non passano) mentre qui da noi tutto ciò ce lo possiamo scordare o quanto meno è assai difficile, poiché in un sistema corrotto e marcio da una vita porta dentro di se tutta la malattia di una società inebetita e per certi versi connivente. Mi basterebbe che dall’Islanda prendessimo anche solo l’esempio di come si può riformare una classe dirigente attingendo “uomini comuni” di fra il popolo, e che il nostro debito pubblico così come quello Islandese fosse azzerato, che se lo paghino gli speculatori e i banchieri se ci riescono!!!

L’importante è che le formiche possano ricominciare a lavorare per se e non per quelle scassa palle di cicale che prima smettono di “frignare” e meglio è. Ma soprattutto quel fastidioso incessante ipocrita rumore di cicale ci ha veramente frantumato la sacca scrotale, e prima se ne vanno a ronzare in altre isole e penisole e prima potremo sperare di recuperare quel che rimane. Il bisogno primario di questo paese è “rimuovere a tutti i costi questa classe politica”. Se non lo capiranno peccato, se saranno convinti di essere più forti loro peccato, se credono che il popolo è formato da tanti disgraziati senza forze peccato. I libri di storia sono pieni di gente che credeva di vivere in eterno.


(fonte: Reset-Italia)

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